«La cosa bella, è poter essere qui a raccontarlo». A ripensare a quegli attimi vissuti domenica scorsa sul sentiero che porta a cima Telegrafo, la voce trema ancora un po’. Perché non capita tutti i giorni di rischiare di venire investiti da una «palla di pelo» da oltre un quintale. Giovanni Sarzi, mantovano di 61 anni, è l’escursionista immortalato nel video che sta spopolando su internet da qualche giorno. Protagonista involontario dell’incontro a tu per tu con l’orso che ha fatto capolino sul monte Baldo.
Lo si vede avanzare sul sentiero che conduce al rifugio, agitare le racchette per una frazione di secondo e poi spostarsi tutto a monte, nel tentativo di lasciare strada all’animale. «Mi è passato sui piedi, un’emozione indescrivibile – ricorda l’ex postino con la passione della montagna -. Ho cercato di difendermi, ma lui era più spaventato di me ed è corso veloce verso valle. È successo tutto in un secondo».
Che stesse succedendo qualcosa, Giovanni l’aveva intuito già da qualche minuto. «Sentivo abbaiare un cane (quello dei gestori del rifugio Barana, ndr). Poi ho visto qualcosa che correva verso di me, era ancora distante ma sembrava troppo grosso per essere un cane – racconta -. Ho fatto una foto, quasi senza nemmeno sapere cosa stesse accadendo e poi mi sono reso conto che quello era un orso in carne e ossa». E hai voglia a rimanere fermo e immobile, come consigliano gli esperti. «Quella palla correva veloce e non dava la minima impressione di volersi togliere dal sentiero – prosegue -. Me lo sono sentito sui piedi e quando è passato oltre, gli ho scattato ancora una foto». Una scena immortalata da un altro escursionista, il geometra di Bovolone Stefano Cervati che proprio in quei momenti stava salendo verso il rifugio insieme all’amica Sabrina Bordon. «Avevamo i ramponi e stavamo salendo da una via alternativa al sentiero. Abbiamo sentito il cane che abbaiava e ci siamo accorti di quella massa scura che correva – ricorda Stefano -. Ho ripreso tutto con una macchinetta digitale e quando siamo arrivati al rifugio abbiamo incontrato l’altro escursionista (Giovanni, ndr), ancora visibilmente emozionato». Scomparso l’orso, si sono ritrovati a prendere un tè insieme ad Alessandro Tenca, uno dei gestori del rifugio, che ha assistito alla corsa dell’animale dalla terrazza del Barana. Quella corsa ripresa anche da un altro escursionista (che ha pubblicato il video su youtube), finora però rimasto anonimo. «Non sappiamo di chi si tratti – commenta Tenca -. Sarebbe stato bello se anche lui fosse passato da qui a condividere un momento così speciale». Una testimonianza, quella dei due filmati, che rischia di sollevare le solite polemiche. «Avevo anche pensato di non pubblicare il video, proprio per evitare discussioni – spiega Cervati -. Ma alla fine ritengo che sia la prova che l’orso, se lasciato in pace, non fa del male a nessuno». Della stessa idea anche Giovanni: «Le polemiche sono inutili: la montagna è anche e soprattutto questo. Chi la ama conosce i suoi rischi: una valanga improvvisa, il morso di una vipera, magari anche l’incontro con un orso. Ma se combattessimo per togliere anche uno solo di questi elementi, avremmo sicuramente una montagna più “povera di emozioni”».
Il Corriere del Veneto – 1 giugno 2014