Una donna di 45 anni è morta in ospedale a Dolo, nel Veneziano, dopo tre mesi di agonia per le complicazioni insorte in seguito a una puntura di una zanzara che l’aveva infettata con il virus del West Nile. La Procura ha disposto l’autopsia che è stata effettuata nella giornata di sabato, ha riferito il Gazzettino.
La donna, madre di due figlie, era stata punta a metà ottobre vicino a casa, a Mirano, e l’infezione virale le aveva subito causato cinque giorni di febbre altissima, con un’encefalopatia e poi una tetraplegia che le aveva paralizzato gli arti e gran parte del corpo. Ricoverata in ospedale a Mirano, vi era rimasta fino a metà gennaio quando era stata trasferita in una Rsa di Stra ma dopo pochi giorni era portata in ospedale a Dolo in stato praticamente vegetativo e lì è deceduta. Il pm Giorgio Gava ha disposto l’autopsia che è stata effettuata nella giornata di ieri.
Prima dell’infezione la donna era sempre stata in buona salute e il virus poteva essere stato contratto solo nella zona della casa, non avendo fatto viaggi in quel periodo. All’epoca, però, non fu ordinata una disinfestazione nell’area perché il caso era isolato e la stagione (malgrado l’autunno insolitamente caldo) non era più quella in cui concentra la presenza di zanzare. Negli ultimi mesi la circolazione del virus in Triveneto si è ridotta rispetto al 2022 quando nel solo Veneto si verificarono 500 casi di West Nile nell’uomo (723 in Italia), con 166 forme neuro-invasive e 22 decessi.
Il West Nile è una malattia virale che colpisce soprattutto gli uccelli trasmessa dalla zanzara comune notturna. Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e a volte trasmettono il virus all’essere umano. Il virus è arrivato in Veneto per la prima volta nel 2008, probabilmente veicolato da uccelli migratori dall’Africa, e vi è rimasto a causa del clima caldo-umido che favorisce le zanzare, e all’abbondanza di volatili selvatici nelle nostre aree umide.
La Repubblica