Tra i due sfidanti si è infilata una giovane candidata, che ha fatto una rapidissima carriera al ministero alla Salute e ha raggiunto un ambitissimo posto a sorpresa. Sarà Maria Rosaria Campitiello, ginecologa e compagna del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, uomo forte di Fratelli d’Italia in Campania, a dirigere il dipartimento di prevenzione (l’unico dei quattro introdotti dalla riforma del ministero che non aveva ancora un capo), sotto il quale lavoreranno le tre direzioni generali che seguono il settore oltre a quella della ricerca scientifica.
Con la nomina, di Maria Rosaria Campitiello a Capo del Dipartimento della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute si completa la definizione dei vertici del dicastero nella sua nuova conformazione. Campitiello, attualmente ricopre il ruolo di capo della Segreteria Tecnica del Ministro Orazio Schillaci, la sua nomina è stata ratificata dal ministro e si attende la delibera da parte del Consiglio dei Ministri.
Campitiello è laureata in Medicina e Chirurgia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, si è specializzata in Ginecologia ed Ostetricia nel 2015, dedicando gran parte della sua attività di ricerca e clinica allo studio e alla cura dell’infertilità. Inoltre, ha ottenuto un master di II livello in Tecniche di Fecondazione Assistita presso l’Università di Urbino e un dottorato quinquennale in tecniche di fecondazione assistita presso l’Università di Valencia. Dal 2015 al 2021 è stata direttore clinico del centro operativo di fecondazione assistita di Salerno, presso la Casa di Cura Tortorella (SA). Dal 2018 è dirigente medico per la procreazione presso la ASL di Salerno e professore a contratto presso l’Università di Medicina e Chirurgia di Salerno. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali.
La sua carriera nel Ministero della Salute ha visto diverse responsabilità: dal dicembre 2022 ha ricoperto il ruolo di dirigente medico presso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute e da maggio 2023 ad ottobre 2023 è stata dirigente medico presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Salute. Ha partecipato attivamente come coordinatrice e/o componente a diversi tavoli tecnici e gruppi di lavoro all’interno del Ministero della Salute, trattando tematiche cruciali come la procreazione medicalmente assistita, l’innovazione nel servizio sanitario, la sperimentazione clinica di medicinali e il benessere delle persone con disabilità.
Con la nomina di Campitiello, si avrà la cessazione dell’incarico ad interim alla guida del Dipartimento della Prevenzione, Ricerca ed Emergenze Sanitarie.
Nomine e perplessità
Il commento su QS di Claudio Maria Maffei
Gentile direttore,
la notizia data ieri da Qs della nomina della Dottoressa Mara Campitiello quale capo del Dipartimento della Prevenzione (la cui dicitura completa dovrebbe essere Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie), suscita qualche perplessità. La Dottoressa è infatti specialista in Ginecologia e Ostetricia, una disciplina fondamentale, ma “altra” rispetto ai contenuti dell’incarico. E’ vero che ogni nomina ad incarichi così significativi può suscitare perplessità, ma qua a colpire è “il metodo” che utilizza l’attuale Governo per assegnare gli incarichi principali di un Servizio Sanitario Nazionale in enorme crisi. “Il metodo” sembra prevedere che a prevalere siano le affiliazioni di ogni tipo e non le competenze “di merito”. Solo così si può spiegare un Professore Ordinario di Medicina Nucleare come Ministro e un Professore Ordinario Chirurgo come Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
Questa nomina si intreccia anche con la strana e pericolosa confusione tra i due Dipartimenti Ministeriali della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie e quello della salute umana, della salute animale e dell’eco sistema (One Health), e dei rapporti internazionali. Coglie chiunque ad una prima lettura delle diciture dei due Dipartimenti l’esistenza di una sovrapposizione notevole tra i due di compiti e temi. In definitiva, la “prevenzione” che è la cenerentola tra i LEA, sottofinanziata e più che trascurata dalla politica, si vede super rappresentata negli organigrammi ministeriali. In questo modo la declaratoria delle funzioni delle varie Direzioni Generali interne ai due Dipartimenti arriva a chicche come “prevenzione nella popolazione a rischio, con particolare riguardo ai programmi di screening”, incomprensibile e cervellotica funzione della Direzione Generale della Prevenzione interna all’omonimo (almeno in parte) Dipartimento.
Forse, anzi senza forse, il SSN dovrebbe puntare sulla prevenzione e sulla promozione della salute come forma di tutela della salute più congeniale al nostro Paese, in enorme difficoltà con tutte le forme di tutela a contenuto più tecnologico e strutturale come dimostrato ad esempio dai ritardi nella telemedicina e dai disastri della edilizia sanitaria. Avere scelto per i due principali incarichi direttamente attinenti a quest’area (Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità e Direzione del Dipartimento della Prevenzione) figure tecniche di tutt’altra estrazione culturale non è un bel segnale. Lo spoil system può anche andare, ma non a tutti costi, specie se i costi poi sono i cittadini a pagarlo.