«Andrea Lai sei morto vattene» e a seguire una freccia per indicare la presenza sulla strada di due cartucce inesplose, è il messaggio fatto arrivare da ignoti al veterinario 43enne, dipendente dell’Asl che da anni lavora a Bolotana, nell’ambulatorio del distretto di Macomer a cui fanno capo tutti i centri del circondario. Una scritta arancione che non è passata inosservata ieri mattina a quanti hanno attraversato via Roma, in pieno centro. Un macabro avvertimento di stampo mafioso sui muri di una casa disabitata, proprio di fronte agli ambulatori dell’Azienda sanitaria.
L’intimidazione potrebbe essere legata ai focolai di agalassia segnalati negli ultimi tempi in alcuni centri al confine tra la Barbagia e il Marghine. Un grave danno economico per gli allevatori che nelle loro aziende, oltre al sequestro del bestiame, hanno dovuto far fronte all’isolamento degli animali ammalati o sospetti da quelli sani; al divieto di movimentazione delle greggi sotto osservazione e all’utilizzo del latte prodotto; oltre all’obbligatoria segnalazione della presenza della malattia agli ingressi dell’azienda e nelle zone di confine. Ma al momento questa resta un’ipotesi, comunque al vaglio degli inquirenti che, inoltre, stanno cercando di capire se le scritte comparse ieri mattina possano avere un collegamento con un altro episodio che 3 anni fa aveva visto coinvolto lo stesso veterinario. Nel dicembre 2017, la Mercedes del medico, parcheggiata sotto casa a Nuoro, era stata distrutta da un incendio. Poco prima della mezzanotte i vigili del fuoco erano usciti a tutta velocità per tentare di circoscrivere le fiamme che avevano investito la vettura dello specialista, ed evitare che si propagassero alle altre automobili parcheggiate in strada. Intanto ieri mattina Lai ha presentato formale denuncia ai carabinieri. Non è escluso che possa aver fornito elementi utili per dare una svolta all’indagine che gli inquirenti sperano di poter chiudere al più presto.
IL SIVEMP: SOLIDARIETÀ AL COLLEGA E IMPEGNO COSTANTE DEL SINDACATO
Ancora una volta una intimidazione gravissima a un veterinario sardo, che già nel 2017 aveva avuto la macchina distrutta da un incendio doloso. La mano vigliacca che con scritta sul muro minaccia di morte il nostro collega, ha ritenuto di esplicitare meglio il suo intento, lasciando sul posto anche due cartucce inesplose.
Di fronte a questi episodi ci sentiamo purtroppo inermi perché i vigliacchi che si nascondono nell’ombra spesso non vengono individuati, o qualora sospettati risulta difficile incriminare per mancanza di testimoni. Questo è un grosso problema che segna una differenza sostanziale del fenomeno tra i veterinari e gli altri professionisti della sanità, in quanto la nostra categoria subisce, a causa delle azioni che obbligatoriamente è chiamata ad applicare nel lavoro quotidiano, oltre alle aggressioni anche gravi atti intimidatori. Capita anche che seppur minacciato da persone note, il veterinario si ritrovi privo di valide testimonianze perché opera in solitudine.
Siamo consapevoli che l’impegno del Sindacato dovrà proseguire senza sosta per tutelare i veterinari, in particolare laddove le condizioni ambientali li rendano maggiormente esposti e vulnerabili, e dove neanche la legge 113/2000 di recente approvazione, pare possa tutelarli o quantomeno fungere da deterrente.
Esprimiamo piena solidarietà e sostegno al collega, assicurando l’impegno costante del sindacato nel contrastare tali esecrabili episodi.