«Eliminate il gallo o vi avveleniamo anche tutti gli altri animali». Non lascia spazio a interpretazioni il contenuto della lettera anonima – firmata con un imperscrutabile «I vostri vicini» – recapitata il 22 luglio alla famiglia Pietribiasi di Piovene Rocchette, proprietaria dal primo maggio scorso di un giovane galletto dal piumaggio striato. Il motivo? «Non siete da soli in aperta campagna, ma in mezzo a tante altre case – argomenta lo spazientito vicino – e un gallo che canta dalle 5 del mattino disturba il sonno delle persone, si sente in tutto il quartiere».
Una lettera «agghiacciante», secondo la famiglia Pietribiasi, che oltre al galletto Ubaldo (questo il nome della bestiolina) accoglie nel grande giardino di casa cinque galline, un coniglio, l’anatra Palmira e un canarino, l’incolumità dei quali, inutile dirlo, sta a cuore a tutti, e in particolare ai figli Marco e Luca di 19 e 17 anni. «L’abbiamo preso per pochi euro alla fiera di Vivaro, a Dueville – raccontano i fratelli – era ancora un pulcino e pensavamo di avere tra le mani un’altra gallina. Invece il 3 giugno scorso Ubaldo si è rivelato per mezzo delle sue doti canore». Doti canore che, evidentemente, hanno finito per infastidire qualcuno, tanto da spingere un ignoto residente di via Belvedere (o dei paraggi) a prendere carta e penna e minacciare i proprietari di Ubaldo di farsi giustizia da sé, nel caso non avessero provveduto in prima persona alla sua eliminazione. «Quando mia mamma ha letto la lettera è rimasta sconvolta – racconta il figlio maggiore – tanto che abbiamo subito provveduto a rinchiudere Ubaldo per evitare conseguenze».
Poi, l’indomani, la decisione di sporgere denuncia contro ignoti dai carabinieri, «perché si tratta di minacce vere e proprie, e adesso un po’ di paura per i nostri animali ce l’abbiamo – spiegano – tanto che prima di liberarli controlliamo sempre se sul prato c’è qualcosa di sospetto». La famiglia, che di bestie da cortile ne tiene da sempre, assicura di non aver mai ricevuto una sola lamentela da parte del vicinato, nemmeno da quando c’è Ubaldo, e di aver sempre riposto il galletto nello scantinato di casa durante la notte, fino alle 9 del mattino, per evitare di disturbare il sonno del quartiere. «Da queste parti è un rumore normale, che fa parte della natura», afferma un dirimpettaio, mentre un altro residente confessa di sentirlo cantare spesso, anche se «di certo non dà più fastidio di un cane».
Ora Ubaldo il Gallo ha un account di posta elettronica e una pagina su Facebook che ha raccolto oltre 100 contatti in meno di una settimana e una manciata di commenti tutti a favore della bestiola; la sua vicenda, inoltre, si legge su alcuni volantini appesi ai lampioni del circondario. «Abbiamo subito pensato di rendere pubblica una storia che riteniamo vergognosa – raccontano i fratelli – con il duplice scopo di conoscere le opinioni delle altre persone del paese e di limitare i propositi dell’ignoto vicino di casa. Sui social network ognuno può dire la sua liberamente, incluso l’autore della lettera, dal quale speriamo di essere contattati. Se si facesse vivo, però, non siamo sicuri che saremmo disposti a mediare». Nel frattempo la famiglia non arretra di un passo: «Ubaldo resta con noi».
Sandro Pezzelle – Corveneto – 5 agosto 2014