Gli Icp si affidano a una concessionaria privata per la gestione di 213 spazi. Si potranno reclamizzare prodotti sanitari e di servizio alla persona, ma anche abbigliamento e giocattoli per bambini, ottici e centri termali
Gli spazi dove verranno effettuate le affissioni saranno più di duecento. Con totem e pannelli in cui compariranno pubblicità di biberon, tettarelle e cooperative per aiutare gli anziani. Ma anche negozi di ottica, abbigliamento, scarpe. Gli Istituti clinici di perfezionamento affidano a una concessionaria privata la gestione di 213 spazi pubblicitari, distribuiti nei 23 poliambulatori e nei quattro presidi – il pediatrico Buzzi, il Centro ortopedico traumatologico e gli ospedali di Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni – che fanno capo all’azienda ospedaliera la cui sede centrale è in via Castelfidardo.
La concessione durerà cinque anni, e permetterà all’ospedale di incassare 363 euro l’anno per ogni affissione: in tutto quasi 80mila euro ogni dodici mesi, a cui aggiungere ogni anno il cinque per cento del fatturato ricavato dai contratti stipulati con gli inserzionisti. Un modo per racimolare nuove risorse per le casse dell’ente ospedaliero, in tempi di spending review e tagli alla spesa, “e di sfruttare delle risorse che finora non erano state utilizzate – spiega il direttore generale, il leghista Alessandro Visconti – Il ricavato sarà destinato al miglioramento dei servizi offerti dall’amministrazione sanitaria ai pazienti”. La convenzione è stata firmata dopo un bando pubblico che ha messo a gara gli spazi degli Istituti clinici di perfezionamento insieme con quelli dell’ospedale Guido Salvini di Garbagnate: “Una procedura aggregata, per risparmiare sui costi di gara” spiega Visconti.
Ad aggiudicarsi il contratto, al termine del bando pubblico, è stata la Meneghini & Associati, concessionaria pubblicitaria con sede a Vicenza e che ha già all’attivo convenzioni simili, che rientrano nel progetto ‘Partner Sanità’, con ospedali, poliambulatori e centri specialistici distribuiti tra Lombardia (ad esempio all’Azienda ospedaliera di Como), Liguria, Veneto ed Emilia Romagna.
L’agenzia si occuperà di vendere gli spazi pubblicitari interni alla struttura ospedaliera ai vari clienti. Facendo però una ‘scrematura’ a priori, per evitare che sponsor poco adatti a un luogo di cura possano essere pubblicizzati all’interno dell’ospedale: così, per esempio, saranno banditi gli spot di agenzie di pompe funebri, di case farmaceutiche, di sexy shop o di prodotti vietati ai minori.
Gli spot saranno allestiti in pannelli e totem in cui saranno pubblicizzati sia prodotti sanitari e di servizio alla persona (come le residenze sanitarie per anziani), ma anche abbigliamento e giocattoli per bambini, ottici, centri termali. Tutti i prodotti, prima di poter essere pubblicizzati all’interno dell’ospedale, dovranno comunque passare al vaglio di una “commissione etica” costituita all’interno della direzione sanitaria degli Icp, che darà il via libera definitivo allo sponsor. Per evitare sorprese e polemiche.
Corriere della Sera – 22 aprile 2014