A Linate «respinto» un barboncino In un altro caso rifiutata la richiesta per un animale bisognoso di cure. In pochi giorni due padrone si sono viste rifiutare la corsa. «È il regolamento»
MILANO – Mariella è sbarcata a Linate, trascinandosi il carrello con le valigie, i bimbi (piccini), e un minuscolo barboncino nero, tre sere fa. L’attesa di un taxi è stata più lunga del viaggio di ritorno. In coda, come tanti, e quando è stato il suo turno ben sette conducenti di auto pubbliche le han fatto segno «no» con la manina. Invitandola a provare con il collega che arrivava subito dietro. No, perché il regolamento consente loro di non caricare passeggeri a quattrozampe. Non importa che il piccolo cane viaggiasse a bordo del trasportino. E fosse, non abbiamo alcun dubbio, infinitamente più educato, silenzioso e paziente di tanti bipedi.
IL SECONDO EPISODIO – Cambio di scena. A essere respinta e costretta a tornare a casa a piedi, sotto un temporale impietoso l’altra sera, una signora non più giovane che si era recata in un ambulatorio veterinario poco lontano da piazza Risorgimento non perché non sapesse come ingannare il tempo ma perché il suo cagnolino, anziano, stava male e aveva bisogno di cure indifferibili, da codice giallo per intenderci. La signora ha ricevuto sei no. Finché, con il piccolo cane tenuto stretto fra le braccia come un bambino, ha preso la via di casa, tra fulmini e scrosci di pioggia, mezzi pubblici a quell’ora inesistenti.
Corriere.it – 6 settembre 2012