L’istituto fornisce importanti precisazioni in merito alla mancata proroga, per il 2013, della possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo dalle aziende con meno di 15 dipendenti e circa la possibilità per le aziende di fruire dei benefici contributivi connessi.
Con il messaggio 4679 del 18 marzo 2013 l’Inps precisa che in attesa dei necessari chiarimenti da parte del ministero del lavoro, in via cautelare, deve intendersi anticipata al 31 dicembre 2012 la scadenza dei benefici connessi ai rapporti agevolati instaurati con i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità.
Pertanto a partire dal periodi di paga di gennaio 2013 nella procedura di controllo degli Uniemens compare un errore, non bloccante, che consentirà all’istituto di agire di conseguenza non appena il chiarimento ministeriale avrà avuto luogo. In effetti, per il momento, le agevolazioni non vengono negate ma vengono semplicemente segnalate, di modo che poi, a chiarimento avvenuto, se la prudenza dell’Inps trovasse vittoria tutte le agevolazioni inerenti a questo tipo di beneficio potrebbero essere agevolmente ritrovate e richieste indietro.
Se a ciò aggiungiamo che qualche centro per l’impiego iscrive ancora nelle liste di mobilità sia pure con riserva, i lavoratori licenziati nel corso del 2013 da aziende al di sotto dei 15 dipendenti, dobbiamo riconoscere che le certezze sono poche e i motivi di confusione parecchi.
In effetti, che la vicenda debba essere chiarita al più presto è fuori di dubbio anche se, almeno per le assunzioni effettuate nel 2012 e per le trasformazioni a tempo indeterminato che sono state o saranno effettuate sempre in virtù delle «vecchie» assunzioni e per lavoratori che risultavano già iscritti nelle liste dall’anno passato, non dovrebbero esserci dubbi circa la possibilità per le aziende di continuare a fruire, fino alla scadenza, dei benefici contributivi.
Si tratta di diritti che potremmo definire in qualche modo acquisiti e non più oggetto di valutazioni o interpretazioni mentre per quanto riguarda i nuovi licenziati nel corso del 2013 visto che la «piccola mobilità» non è stata prorogata non dovrebbe esserci più spazio operativo per le agevolazioni.
Fatto sta che l’eventuale eliminazione degli incentivi, se è vero che sarebbe una nuova fonte di risparmio per il debito pubblico in generale, è altrettanto vero che andrebbe al ledere se non proprio dei diritti acquisiti sicuramente delle legittime aspettative su cui le aziende hanno contato, anche nei bilanci previsionali, al momento in cui hanno deciso per l’assunzione. In ogni caso il condizionale è d’obbligo e bisognerà valutare attentamente gli sviluppi per i chiarimenti che verranno ed anche per il mezzo con cui questi arriveranno: se per legge, per circolare, messaggio, nota o chissà con quale altro fantasioso mezzo verranno resi pubblici.
ItaliaOggi – 5 aprile 2013