«Il protezionismo non è la risposta giusta. La sanzione è uno strumento per risolvere problemi internazionali, ma non può essere rinnovata automaticamente». Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha rassicurato gli imprenditori veneti sulle sanzioni alla Russia che da tre anni penalizzano le esportazioni e lo ha fatto ieri a più riprese: in mattina al convegno sull’internazionalizzazione organizzato da Confindustria Padova, al pomeriggio in Camera di Commercio a Treviso. E ha avuto parole diplomatiche per la partecipazione del consiglio Regionale al Forum Internazionale di Yalta due settimane fa.
La missione in Crimea guidata dal presidente Roberto Ciambetti e dal consigliere Stefano Valdegamberi ha sfidato le sanzioni e lasciato interdetto l’ambasciatore dell’Ucraina. «Ci sono tante istituzioni locali che fanno dei passi e si muovono – ha osservato il ministro – Magari non producono dei grandi risultati ma non fanno neanche dei grandi danni, quindi se ritengono di fare questo esercizio, lo facciano. Noi abbiamo dei rapporti internazionali che ci portano a dire che le sanzioni con la Russia non meritano il rinnovo automatico e dobbiamo lavorare per adempiere agli accordi di Minsk, che sono la base per superare le sanzioni e lo scopo per il quale siamo tutti impegnati». Le sanzioni sono state decise nel 2014 dall’Europa per condannare la Russia dopo l’annessione della Crimea e scadranno a metà settembre. C’è spazio, assicura Alfano, per rivederle.
Le imprese ci contano. A Padova il delegato Confindustria per l’internazionalizzazione Marco Stevanato ha ricordato che il Veneto ha una propensione all’export pari al 40 per cento del Pil e che genera circa il 14 per cento delle esportazioni nazionali, seconda solo alla Lombardia. «La nostra è un’industria tonica e reattiva nell’intercettare la domanda mondiale – ha detto – nonostante questioni aperte e nuovi rischi, come il neoprotezionismo e le sanzioni alla Russia. Chiediamo atti di responsabilità reciproca e la fine delle sanzioni. Vogliamo dirlo con forza e senza ipocrisie: questo embargo non ci piace». L’effetto congiunto di sanzioni commerciali alla Russia e crisi economica di quel Paese ha provocato negli ultimi anni una caduta verticale delle esportazioni padovane verso Mosca. Nel 2016 c’è stata una prima, piccola inversione di tendenza (+4,4 per cento) dovuta a quelle aziende che hanno aggirato le sanzioni producendo direttamente in Russia, ma che fa seguito alla caduta dell’export nel 2015( -40,6per cento). Rispetto al picco del 2013, la caduta delle esportazioni padovane in Russia è del -49,3 per cento: da 382 milioni di euro nel 2013 a 194 milioni nel 2016. «Le sanzioni risalgono al periodo precedente il mio arrivo alla Farnesina – ha risposto Alfano -. Gli accordi di Minsk che le hanno generate nascono dalla vicenda ucraina, volevano essere una risposta a una crisi diplomatica. Non abbiamo ancora superato i problemi che le hanno prodotte, ma dobbiamo pensare al momento in cui verranno eliminate, perché non sono eterne. Noi siamo qui per dire che la Farnesina è al servizio delle imprese che vogliono esportare con una rete di diplomatici, consoli, ambasciatori pronti a dare una mano». Il ministro degli Esteri non risparmia una frecciatina al segretario della Lega Matteo Salvini, da sempre favorevole all’uscita dell’Italia dall’Unione Europea. «Salvini rappresenta un attentato al benessere del nostro Paese. Se le sue tesi prevalessero, noi dovremo uscire dall’euro e dall’Europa e questo porterebbe a dimezzare il valore delle nostre case e dei nostri redditi».
Nel pomeriggio il ministro ha visitato le aziende Texa, Dba De Bettin e Uster di Monastier, poi è stato ospite della Camera di commercio di Treviso e Belluno e del presidente Mario Pozza. La Marca trevigiana è la settima provincia, a livello nazionale, per esportazioni (12 miliardi di euro). Oltre che di reti consolari e sostegno alla promozione del prodotto made in Treviso, si è parlato anche di autonomia del Veneto. «Non abbiamo intenzione, anche come forza politica, di ostacolare questo referendum – ha chiuso Alfano -. Non crediamo che sia produttivo immediatamente di effetti, ma non lo ostacoleremo».
IL Corriere del Veneto – 3 maggio 2017