Pare archiviata l’ipotesi Ichino, si va verso un periodo di prova di tre anni, poi scattano le vecchie tutele
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, continua il suo giro di incontri con le parti sociali in un clima decisamente più sereno. Se ne è avuta una prova ieri dopo il colloquio con Raffaele Bonanni (Cisl), e Luigi Angeletti (Uil). Entrambi si dicono convinti che il dialogo avviato su basi bilaterali proseguirà ora attorno a un tavolo in cui i sindacati cercheranno di portare una proposta comune. Bonanni ha infatti annunciato che chiederà a Susanna Ca-musso (Cgil) e Angeletti di vedersi. A confermare il clima di maggiore serenità sono anche le parole del segretario della Cgil che, intervistato da La7, ha giudicato le parole di Mario Monti sul rapporto con i sindacati come “un bel salto di qualità rispetto a governo precedente”. “Monti ha detto che non vuol dividere i sindacati” ha spiegato Camusso e questo è positivo anche se poi ha ribadito le posizioni della Cgil su articolo 18 e pensioni – “una follia pensare alla pensione a 72 anni”. Quello che i sindacati intravedono è la possibilità di accedere finalmente a una trattativa. E il primo tassello potrebbe essere rappresentato dagli ammortizzatori sociali su cui è concentrata anche l’attenzione delle imprese. Riferendosi all’incontro con Fornero, infatti, Bonanni si è riferito a “strumenti che già esistono e che devono essere magari rafforzati”. In mattinata, anche Susanna Camusso pur difendendo la Cassa integrazione ha detto che può essere “ripensata”. Inoltre, l’insistenza del segretario Ci-sl sulla necessità di un tavolo comune imprese-sindacati può essere letto in questa direzione. Ieri mattina, tra l’altro, il senatore del Pd Pietro Ichino, dopo aver archiviato nei giorni scorsi la polemica interna al suo partito sull’articolo 18 ha scritto una lettera al Corriere dello Sera in cui sostiene che le risorse per “nuovi” ammortizzatori sociali si possono trovare, “magari tagliando gli enormi sprechi” del mercato del lavoro attuale. Un dibattito difficile perché punta a ridistribuire le risorse esistenti, togliendo un po’ di cassa integrazione per concedere, magari parzialmente, qualche forma di reddito di cittadinanza.
MA A RASSERENARE il dialogo c’è anche il nuovo clima che si respira dentro al Pd. Proprio in casa democratica, sul finire della scorsa settimana è stata siglata una sorta di pace interna attorno alla proposta Boeri-Garibaldi già trasformata nel 2010 in una legge sul “Contratto unico di ingresso (Cui)” presentata al Senato da Paolo Nerozzi, ex uomo forte della Cgil. L’accordo è stato siglato sulle pagine del quotidiano Europa, come segnalato su Twitter dal direttore Stefano Menichini, e ha visto nel ruolo di cerimoniere l’ex presidente del Senato, ed ex segretario Cisl, Franco Marini. E stato proprio l’ex dirigente democristiano a indicare nella bozza Boeri-Garibaldi un punto di compromesso avallato dal segretario Bersani e recepito, con un articolo sulla stessa Europa, dal senatore Ichino, sostenitore della tesi più oltranzista sull’articolo 18. La proposta Boeri-Garibaldi-Nerozzi prevede infatti di riunificare tutti i contratti sotto quello a tempo indeterminato, prevedendo solo alcune eccezioni (apprendistato, stagionali, contratti superiori ai 25 mila euro lordi l’anno). Il contratto unico prevede i primi tre anni che, all’interno di un contratto a tempo indeterminato, costituiscono il periodo di “ingresso” in cui, in caso di licenziamento, al lavoratore viene corrisposto un risarcimento economico (un mese ogni sei mesi di lavoro). Dopo i tre anni valgono le “tutele reali” cioè l’articolo 18. Una bozza di accordo, quindi, accettata dalle varie anime del partito che però, oltre a lasciare aperta la possibilità che i contratti di ingresso durino solo tre anni per essere poi sostituiti da altri nuovi contratti, non affronta ancora il tema delle tutele e della “flexsecurity”. Da qui, quindi, la discussione sugli ammortizzatori sociali e sulle risorse da destinarvi che potrebbe rappresentare il primo round della nuova trattativa appena aperta.
Il Fatto quotidiano – 10 dicembre 2012