Francesco Gasparini era un medico in pensione ed era ritornato in corsia da volontario, a fianco dei colleghi, per combattere il nemico invisibile: è morto, ieri, a 67 anni per coronavirus nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale dell’Angelo di Mestre. E Mirano piange una vittima illustre della pandemia. Francesco Gasparini era in pensione da circa tre anni, dopo aver a lungo lavorato negli ospedali dell’ex Ulss 13, tra la sua Mirano e Dolo, ma come molti non aveva mai smesso il camice, proseguendo nel lavoro che per lui era soprattutto una passione e un modo per aiutare le persone. Lo aveva fatto in libera professione e quando il Covid aveva fatto la sua comparsa, a inizio anno, non aveva esitato ad accettare la proposta di tornare in corsia usufruendo della finestra di chiamata per i medici in congedo e rimettendosi a disposizione della sanità in questo momento delicato e difficile. Durante le ondate del coronavirus aveva prestato servizio al Civile di Venezia e anche se non era in prima linea, a diretto contatto con i pazienti Covid, il virus in questa seconda ondata lo ha colpito non lasciandogli scampo. Gasparini era risultato positivo e da circa un mese le sue condizioni si erano aggravate: ricoverato prima a Dolo, è stato poi trasferito all’Angelo dove è spirato ieri pomeriggio.
Stimato professionista, era originario di Mirano. Una famiglia conosciutissima la sua: il padre Gioacchino Gasparini expartigiano, era stato sindaco di Mirano dal 1961 al ’70. I colleghi lo ricordano come una persona disponibile, un professionista esemplare che amava il suo lavoro a cui aveva dedicato una vita intera. Laureato in Medicina a Padova nel 1980, si era specializzato in Anestesiologia e Rianimazione all’Università di Trieste per poi entrare nella Serenissima dove aveva lavorato per oltre 35 anni. Nonostante i raggiunti limiti d’età, era tornato in corsia affiancando e guidando imedici più giovani nel momento più drammatico per la sanità veneziana. Lascia la moglie e due figli.