Filippo Tosatto, il Mattino di Padova. Per gli ospedali veneti in debito d’ossigeno l’annus horribilis sarà il 2022, allorché tre dinamiche concomitanti raggiungeranno l’apice: il turnover accelerato dalla disaffezione tra i medici di prima linea, costretti a turni e condizioni usuranti; l’onda lunga di “Quota 100” destinata ad accelerare le uscite per quiescenza; gli effetti della Flat tax con aliquote al 15 e 20% che sospingerà molti camici bianchi tra le braccia della medicina privata, meno logorante e più redditizia rispetto a un lavoro dipendente tassato fino al 43% e sottoposto ad un blocco contrattuale decennale.
«Sulla sanità pubblica si sta profilando una tempesta perfetta, salvo interventi strutturali di qui a tre anni il Veneto perderà altri 2500 specialisti», è la previsione ragionata di Adriano Benazzato, leader regionale di Anaao-Assomed. Così, a fronte del deficit nostrano stimato in 1300 unità che restringe a poco più di 8400 i professionisti in servizio, l’associazione di categoria sollecita al Governo un «investimento straordinario in sanità, pena il collasso»
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