Il direttore dell´Ulss 6 Alessandri favorevole alla proposta di Zaia Ma avverte: «Bene i fondi ma va potenziato il personale». Il progetto della Regione prevede orari prolungati per laboratori di analisi e ambulatori con l´obiettivo di ridurre le liste d´attesa
«Sarebbe già un importante vantaggio per pazienti e utenti, ma anche un grosso traguardo organizzativo allungare gli orari almeno fino a 12 ore». Il dg Antonio Alessandri accoglie positivamente la proposta del governatore Luca Zaia di tenere aperti, grazie a finanziamenti aggiuntivi per 26 milioni che arriverebbero dalla Regione, i laboratori analisi e gli ambulatori specialistici anche di notte, il sabato e la domenica, per ridurre le liste di attesa, ma pone dei paletti e dei distinguo: «Bene – osserva – che arrivino questi fondi per un ospedale hub di riferimento provinciale come il San Bortolo perché servono ad ammortizzare i costi delle grandi apparecchiature, a fare in modo che si prolunghi il tempo di utilizzo di queste alte tecnologie, e a rispondere a una domanda maggiore che arriva da tutto il territorio. Finora l´ospedale funziona 24 ore ma solo in emergenza, ma se il tempo pieno deve diventare regime ordinario, allora, al di là dei soldi che sono necessari, ci sono da potenziare gli organici».
Per Alessandri è la questa la condizione “sine qua non” per garantire che l´orologio dell´assistenza operativa reale negli ambulatori, ma anche nelle sale chirurgiche, non si fermi, come avviene oggi, a metà pomeriggio. «L´aumento del personale – spiega – può gravare sui costi nel primo periodo ma poi si andrebbe decisamente in discesa perché si agevolerebbero i turni e si taglierebbero altri posti-letto, continuando fra l´altro in una sinergia fra reparti che a Vicenza si è rivelata determinante. Non ci possono più essere posti-letto di proprietà. I letti vanno gestiti a fisarmonica all´interno di un dipartimento. Oggi come oggi, ripeto, realisticamente gli orari di apertura si potrebbero prolungare fino a 12 ore. I soldi in più annunciati dal governatore si dovrebbero utilizzare per ottimizzare i turni».
Insomma – precisa il dg dell´Ulss 6 – ben vengano gli aiuti finanziari ma il primo problema da risolvere resta il personale. Ce ne vuole di più. Gli organici attuali sono ai minimi termini. E c´è da tenere conto della normativa di tutela: «Il medico che lavora in un ambulatorio o in un laboratorio dopo aver effettuato il suo turno regolare ha diritto per legge a un intervallo di un certo numero di ore. Non si tratta, quindi, solo di pagargli le ore straordinarie che gli competono ma anche di farlo riposare. La logica degli altiforni sempre aperti pure di notte sarebbe l´ideale anche per l´ospedale ma allora occorre un turnover velocizzato, e questo è un meccanismo che si può mettere in moto sono se si ha a disposizione più personale. Un po´ quello che è accaduto quando abbiamo deciso di introdurre la guardia notturna in radiologia per eliminare giustamente una vecchia lacuna a vantaggio soprattutto delle urgenze del pronto soccorso. È stato necessario assumere alcuni radiologi, altrimenti non sarebbe stato possibile coprire i turni. La coperta era troppo corta. Ripeto – aggiunge Alessandri – il punto critico in termini di spesa sarebbe solo all´inizio. Poi costi generali e liste di attesa, ma anche lo stesso fabbisogno di personale, diminuirebbero drasticamente. Avremmo solo vantaggi». Altro rischio da evitare con il prolungamento degli orari, secondo il dg, sarebbe quello della domanda endemica.
«L´esperienza – dice – insegna che più si offre più si chiede, con il pericolo di allungare le liste di attesa, cioè di ottenere l´effetto contrario. Il prolungamento degli orari potrebbe diventare un incentivo alla moltiplicazione di visite ed esami magari inappropriati. La domanda, in ogni caso, va razionalizzata. È il punto di partenza per una buona sanità che dia l´abbrivio a circoli davvero virtuosi».
Il Giornale di Vicenza – 24 dicembre 2012