Spiragli d’intesa tra medici e Regione Veneto nel braccio di ferro che vede contrapposte le ragioni dei medici di famiglia e i vertici della Sanità regionale. «Se la Regione ci convoca a un tavolo per discutere, noi siamo pronti a sospendere lo sciopero già fissato per dicembre», spiega Guglielmo Frapporti, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, da tempo impegnata insieme ad altre sigle sindacali nella protesta contro la Regione Veneto per la mancata attuazione del piano socio-sanitario che prevedeva, tra l’altro, l’apertura degli ospedali di comunità e l’attuazione della Medicina di gruppo, necessaria per decongestionare l’attività, ormai ingolfata dalle pratiche burocratiche, degli ambulatori dei medici di famiglia. «Io spero che non saremo costretti ad attuare quei tre giorni di sciopero, il 13, il 14 e il 15 dicembre. Stiamo producendo una documentazione sulle richieste che abbiamo fatto, che presenteremo in Regione appena possibile». Pronta la risposta dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto: «Da parte mia c’è la massima disponibilità a dialogare. Dai medici ho sentito la disponibilità a verificare la delibera che abbiamo fatto sulle Medicine di gruppo integrate. Abbiamo capito quali sono le criticità e possiamo fare degli aggiustamenti. Quindi non c’è nessun problema ad aprire un tavolo di discussione prima degli scioperi di dicembre. Non ho mai chiuso la porta in faccia a nessuno. L’unica cosa a cui tengo è il servizio ai cittadini». Secondo Frapporti, «questo periodo di agitazione, le cui ragioni sono state capite dalla stragrande maggioranza degli utenti, ha fatto capire i problemi dei medici di famiglia. E qualcosa si sta muovendo. Lo dimostra la delibera del 24 ottobre sulla riprogrammazione degli ospedali di comunità, in cui è compresa anche la provincia di Verona, anche se, come ha già sottolineato l’assessore ai Servizi sociali Bertacco, le criticità ci sono. L’impressione è che quella delibera sia stata fatta un po’ in fretta, saltando il meccanismo di coinvolgimento dei sindaci e delle Ulss. Ma è un passo avanti. Il prossimo step è l’appello alla Regione a incontrarci per parlare di hospice, riorganizzazione delle cure primarie e gestione delle cronicità a domicilio». Intanto i medici di base del Comune di Verona, ricorda Frapporti, stanno attuando un’iniziativa unica nel suo genere in Italia, che rientra nella medicina d’iniziativa: un programma di controlli su circa seimila persone diabetiche, in accordo con l’Ulss 9 Scaligera, basata su linee guida internazionali. Il piano prevede la convocazione dei pazienti a incontri in cui i medici, con l’ausilio di personale infermieristico e amministrativo, per analisi, controllo del piede diabetico, delle abitudini alimentari, del peso e così via. «E tutto ciò pagato dai medici che hanno rinunciato al bonus derivante dai risparmi ricavati dall’appropriatezza delle prescrizioni di farmaci, senza costi aggiuntivi per la Sanità pubblica». (Elena Cardinali)
L’ARENA DI VERONA – Sabato, 18 novembre 2017