Il Sole 24 Ore sanita. Il ministro della Salute è intervenuto recentemente a favore dei medici riconoscendo a essi una particolare condizione di sofferenza specialmente in sede ospedaliera e per le attività di maggior impegno. Pensando a chi lavora nei reparti in prima linea, come l’emergenza e l’urgenza, ha indicato dei possibili vantaggi economici e previdenziali. Per i primi la proposta ricadrebbe nella defiscalizzazione dell’indennità di specificità medica. Per il secondo obiettivo, di natura previdenziale, l’ipotesi in studio potrebbe essere quella di dare maggior peso ai contributi pensionistici per ogni anno lavorato in questi reparti ed eventualmente favorire la loro attività riconosciuta particolarmente faticosa.
Originariamente la legge che, per prima, ha introdotto i benefici pensionistici a favore dei lavoratori impegnati nelle attività usuranti, aveva anche previsto alcune prestazioni del settore sanitario, in particolare per le attività di pronto soccorso, di chirurgia d’urgenza e di rianimazione, risale a ben ventisette anni addietro il Dlgs n.374/93 che aveva recepito quanto proposto dalla legge di riforma previdenziale, la cosiddetta “Amato”, ma che nel tempo aveva avuto tutta una serie di altre disposizioni ed interventi legislativi, che ne hanno modificato e poi annullato la prospettiva proprio per i medici. Se da un canto sono state confermate alcune attività quali i lavori in galleria, nelle cave, e alla guida di veicoli pesanti, e in particolare infermieri ed ostetriche, la più importante novità è stata data dal riferimento, quale termine dell’usura, al lavoro notturno. È stato ritenuto, infatti, usurante il lavoro notturno prestato per almeno sei ore, comprensive nell’arco di tempo fra la mezzanotte e le cinque del mattino, ovvero così come è usurante l’attività di quanti, tutte le notti lavorative, sono impegnati per almeno tre ore fra la mezzanotte e le cinque.
Tale condizione viene applicata integralmente, con almeno 35 anni di contribuzione e al raggiungimento della quota 97,6 a chi abbia lavorato di notte per un numero di giorni lavorativi superiori o pari a 78 all’anno. Il beneficio si riduce per coloro che abbiano un numero di notti compreso fra 72 e 77 ( quota 98,6 ). E ancora di più diminuisce se le notti sono fra 64 e 71 : quota 99,6. Inoltre chi ha svolto lavoro notturno organizzato in turni di dodici ore consegue una maggiorazione del 50% ai fini del raggiungimento del numero di notti annue necessarie per il pensionamento con le quote .
Il riconoscimento di questa attività usurante comporta la possibilità di anticipare, di molti anni, il limite oggi previsto per il pensionamento di vecchiaia (67) e anche quello di anzianità, con 42 anni e 10 mesi di contributi. Tuttavia non incide sull’importo del trattamento che essendo collegato ai contributi versati in tutta la vita lavorativa con la riduzione dei tempi di contribuzione non avrebbe un significativo incremento. A questo sembrerebbe mostrare interesse lo stesso ministro che nel suo programma ha indicato di voler dare maggior peso ai contributi previdenziali per ogni anno lavorato in questi reparti.
Qui intervengono alcune facilitazioni previste dalle attuali normative. In prima linea ricordiamo i “contributi figurativi”. Si tratta di una quota di contribuzione che è riconosciuta automaticamente o su domanda e in caso di particolari eventi, che non comporta costi per il lavoratore e per il datore di lavoro. Le regole della contribuzione figurativa sono spesso diverse nel lavoro pubblico, privato o nel lavoro autonomo, ma in generale, questo tipo di contributi è utile ad ogni lavoratore per maturare il diritto alla pensione e per accumulare un importo più alto dell’assegno. Ricordiamo, a questo riguardo, i periodi di svolgimento del servizio militare obbligatorio o di richiamo alle armi nelle Forze Armate che sono coperti da contributi figurativi. E ancora coloro usufruiscono di un’aspettativa non retribuita in caso di elezioni o nomine sindacali sono coperti da contribuzione figurativa. Esistono poi, per particolari categorie e situazioni sociali, varie possibili integrazioni e maggiorazioni con diverse percentuali di incremento. Le più evidenti sono quelle previste per il personale di volo, della marina, degli affari esteri, per i servizi in scuole all’estero, e tanti altri impegni lavorativi disagiati o pericolosi. Resta, ancora nelle proposte del ministro, la possibilità, per chi lavora nei reparti in prima linea di ottenere più punteggio anche ai fini della carriera. Che poi è anche un modo per incentivare i giovani a iscriversi a quelle specialità mediche meno attrattive da un punto di vista economico perché hanno poco mercato privato.