Un’operazione condotta dalla Fiamme Gialle di Padova ha portato alla luce un’evasione milionaria. Anche i contributi previdenziali dei dipendenti finivano sulle corse ippiche. Un figlio di Varenne correrà per lo Stato. E quello che vincerà entrerà nelle casse dell’erario. Con la speranza di replicare le gesta del Capitano, il trottatore che ha vinto 53 Gran Premi per oltre 6 milioni di euro. Insomma, non abbastanza per mettere in sesto i conti del Paese, ma sufficienti a lanciare un segnale positivo ai contribuenti e un monito agli evasori. E sì, perché Mustang Grif (nella foto) è entrato nella scuderia “Fondo unico giustizia” in seguito a un’operazione delle Fiamme Gialle che hanno sequestrato i 12 cavalli di un imprenditore veneto.
Che anzichè versare i contributi ai propri dipendenti, spendeva milioni di euro per assecondare la sua passione per le corse.
Con ottimi risultati, per l’imprenditore: l’erede del Capitano aveva già vinto 150mila euro e la sua valutazione è schizzata a oltre 600mila euro. E pessimi per i suoi dipendenti: in 300 hanno già perso il proprio lavoro, insieme ad oltre due milioni di contributi.
Un gioco che sarebbe continuato ancora senza l’intervento della Guardia di Finanza di Padova che dalla sua inchiesta ha riscontrato ammanchi al fisco per diversi milioni di euro, l’omesso versamento di Iva e ritenute Irpef per 1,5 milioni, il mancato versamento di contributi previdenziali per oltre 2,2 milioni, il riciclaggio di denaro attraverso una fiduciaria svizzera (fatto poi rientrare in Italia per comprare i cavalli da corsa), oltre a reati di bancarotta fraudolenta e impiego di beni di provenienza illecita.
La documentazione contabile della società, il cui controllo ha permesso di portare avanti le indagini, era stipata su due furgoni pronti alla fuga: 20 metri cubi di carteggio, pari a 10 quintali, trovati nel parcheggio dell’azienda. Il titolare della ditta di trasporti, il cui tenore di vita era nettamente superiore a quanto dichiarato, ha anche cercato di ingannare le Fiamme Gialle trasferendo fittiziamente la preziosa scuderia a un’impresa edile gestita dal figlio di un pregiudicato per associazione a delinquere.
L’imprenditore è stato denunciato alla procura della repubblica di Padova, che ha coordinato le indagini, per reati tributari e bancarotta fraudolenta. Con lui, spiega una nota, sono indagati la moglie, per riciclaggio, un terzo soggetto, per il reato di “impiego di beni di provenienza illecita” – poichè, pur consapevole dell’origine truffaldina dei cavalli, li ha fatti gareggiare in competizioni ufficiali – nonchè un quarto complice, per il reato di distruzione e occultamento di scritture contabili.
Repubblica – 23 gennaio 2012