Da alleati ad avversari in un battito di ciglia. A Verona, messo alla porta dalla Lega dopo cinque anni di governo cittadino, il Pdl si coalizza con Udc e Fli e candida a sindaco il «tecnico» Luigi Castelletti, già presidente della Fiera e vicepresidente vicario uscente di Unicredit.
Sarà lui (lesto a schermirsi dall’etichetta di scaligero”) a contendere il voto moderato al favorito Flavio Tosi. Quest’ultimo, per parte sua, scioglie definitivamente la riserva sulla discesa in campo («Potrei lasciare la politica e tornare al mio lavoro di programmatore informatico», lo sfogo iniziale dopo il niet alla lista nominale) ma non rinuncia a un estremo tentativo di mediazione con i vertici del Carroccio: «La mia lista ci sarà», fa sapere «poi discuteremo con Umberto Bossi come chiamarla, di ipotesi ce ne sono tante. Certo è che gran parte degli amministratori uscenti del Pdl saranno al mio fianco». E mentre si fa strada l’idea di “traslocare” il nome dalla lista al simbolo, resta il dispetto del sindaco circa la decisione del partito, ribadita domenica dal Senatùr («Se trasgredisce le regole si mette fuori dalla Lega») ma indigesta all’interessato. Che l’attribuisce a fattori estranei al voto amministrativo: «Siccome ci sono i congressi da celebrare in giugno in Veneto e in Lombardia e un po’ di tensione c’è, qualcuno cerca di mettere in contrapposizione Flavio Tosi con il movimento per metterlo in difficoltà in vista del congresso, perché la decisione di vietare le liste civiche con il nome del candidato è inaudita, non è mai stata presa, è stata presa solo questa volta». Ancora: «Il congresso della Lega è un conto, le elezioni di Verona un altro ma c’è qualcuno che, invece, mette assieme le due cose sbagliando, perché è difficile spiegare ai veronesi che non si può fare una lista civica, che loro voterebbero volentieri, e dire loro che questo non è possibile perché qualcuno nel movimento non lo vuole per mettere in difficoltà il sindaco su questioni politiche interne». «Sono stratagemmi da vecchia politica», conclude e andrebbero evitati». Sullo sfondo, ma neanche tanto, le tensioni e i veleni che contrappongono i bossiani ai “barbari sognanti” di Bobo Maroni. Con la pagina Facebook intitolata «Difendiamo Flavio Tosi» che chiama a raccolta i seguaci dell’«eretico» (così l’ha definito il segretario e rivale Gian Paolo Gobbo) insidiato dal Cerchio Magico; con la cartolina ostile, diffusa sempre sul web, che bolla Tosi come «traditore della Padania». E se Maroni si dice «certo» che una soluzione verrà trovata, il governatore Luca Zaia ricorda a tutti quale sia la posta in gioco: «A Verona la Lega deve trovare la quadra, perché l’obiettivo è di portare a casa il Comune. La lista Tosi? Le liste con i nomi del candidato sono sempre state vietate, è successo anche a me a Treviso, ma il nostro regolamento consente a Flavio di fare tutte le civiche che vuole».
Il Mattino di Padova – 13 marzo 2012