Sulla morte di ovini nell’area di Colleferro (Roma) al momento non risultano elementi per affermare che gli animali sono deceduti per contaminazione da beta esaclorocicloesano. Così il sottosegretario alla salute Francesca Martini a conclusione del vertice con i carabinieri dei Nas.
Sulla collina di Colleferro non è emersa alcuna evidenza di contaminazione da beta esaclorocicloesano – agente inquinante sottoprodotto del Lindano, pesticida derivato dalla lavorazione del Ddt largamente usato negli anni ‘70 e ‘80 e responsabile del disastro ecologico della valle del Sacco.
È questo il verdetto arrivato alla conclusione del vertice convocato dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini al quale hanno partecipato il capo Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza alimentare Romano Marabelli, il Comandante generale del Nas Cosimo Piccinno, il direttore generale della Sicurezza degli alimenti e della nutrizione Silvio Borrello, il responsabile dei Servizi veterinari della Regione Lazio, il direttore generale e il direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana, e il direttore generale dell’Asl Rm/7.
L’allarme era stato lanciato nei giorni scorsi da un allevatore della zona che aveva denunciato la morte di alcuni ovini. In tutto sono deceduti tre ovini nel gennaio del 2011 e 14 animali nel 2010. Le analisi effettuate su latte, orzo e acqua hanno dato esito negativo. Mentre dall’autopsia sugli animali è emerso che gli animali sarebbero deceduti per cause attribuibili a polmonite, gastroenterite emorragica e malnutrizione.
“Altri esami batteriologici sono ancora in corso – ha spiegato Martini – e se emergeranno nuovi elementi saranno presi i provvedimenti necessari”. Nei prossimi giorni nell’area dove sono stati riscontrati i decessi del bestiame proseguiranno i controlli, con dei carotaggi del terreno e prelievi delle acque. È stato inoltre istituito un programma di osservazione epidemiologica sanitaria nei comuni di Colleferro, Morlo, Frosinone, Segni, Ceccano e Sgurgola.
Dalle analisi effettuate negli scorsi anni, erano emersi livelli emetici fuori dalla norma, per contaminazione da beta esaclorocicloesano, tra la popolazione over 40 che vive entro un chilometro di distanza dal corso del fiume Sacco.
Quotidianosanita.it – 2 febbraio 2011