È pressing su Silvio Berlusconi per spingerlo a fare un passo indietro. Dopo che la Lega Nord ha chiarito che con il Cavaliere in campo sfumerebbe l’ipotesi di un’alleanza tra Pdl e il Carroccio per le politiche e per le regionali in Lombardia, e dopo le ultime dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble («Il Governo Monti ha fatto meglio del suo predecessore»), l’ipotesi di un ripensamento da parte dell’ex premier potrebbe prendere campo.
In queste settimane soprattutto i figli e Fedele Confalonieri gli avrebbero sconsigliato di imbarcarsi in un’altra avventura politica (in stile Forza italia), sottolineando che in questa difficile congiuntura economica sarebbe meglio restare dietro le quinte a tirare le fila della futura coalizione di centrodestra, senza spendersi in prima persona. Un’ipotesi lasciata aperta anche da Francesco Storace, che stamattina lo ha incontrato. Qualche indicazione potrebbe arrivare oggi, quando Berlusconi parteciperà alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa. Intanto la Lega Nord gli chiude la porta. Nel colloquio avuto ieri sera con il Cavaliere, incontro che si è tenuto nella residenza romana del premier di palazzo Grazioli, il segretario Roberto Maroni avrebbe detto al Cavaliere: se ti candidi, noi non ti sosteniamo, con la conseguenza che sfuma l’alleanza Pdl – Lega in Lombardia e alle politiche. Secondo «La Repubblica», Maroni è convinto che alla fine, considerato anche il fuoco incrociato di questi giorni, Berlusconi non si candiderà. Perché «nessuno sa leggere i sondaggi meglio di lui». Ma se non andrà così, cioè se il Cavaliere alla fine dovesse mantenere fermo il proposito di scendere in campo, «accada quel che deve accadere. Perchè questa – avrebbe aggiunto Maroni – è la linea venuta dai segretari nazionali e che interpreta fino in fondo i sentimenti dei nostri militanti». Come su Berlusconi, anche su Monti, e in particolare su una sua possibile candidatura, c’è incertezza. L’ipotesi di una formazione guidata dal premier uscente, con i centristi a ricoprire il ruolo di azionisti di maggioranza, non viene meno. Alcuni moderati nel Pdl, da Frattini a Sacconi a Quagliariello, non sono del tutto convinti della scelta di Berlusconi di candidarsi per le politiche: osservano le mosse del professore, in attesa di capire che cosa ha in mente. Le parole di Berlusconi pronunciate ieri in televisione («sarà candidato il 10% dei nostri candidati attuali»), e il rapporto che si è incrinato con Comunione e Liberazione, potrebbero accentuare l’emorragia dal Pdl. Per adesso il presidente del Consiglio non scende in campo, si meraviglia per il fatto che da più parti gli si chiede di farlo, proprio a lui che è alla soglia dei settant’anni. Ieri, durante il consiglio dei ministri, Monti ha motivato ai colleghi di governo la scelta di annunciare le dimissioni, dopo quella sfiducia politica da parte del Pdl. «Non potevo fare altrimenti – ha affermato -. Spero siate tutti d’accordo, non potevo passare per fesso». Da parte dei ministri c’è stato un sostegno alla scelta effettuata dal premier, e un appoggio a una sua eventuale candidatura alle politiche. Le prossime ore potrebbero essere decisive per saperne di più sulle forze in campo nelle politiche di febbraio 2013.
ilsole24ore.com – 13 dicembre 2012