“Il personale sanitario, già sottoposto quotidianamente a condizioni di lavoro particolarmente stressanti, sarà costretto anche dopo aver superato di molto i 60 anni a garantire una prestazione professionale efficiente nell’assistenza in corsia, nei turni notturni, in sala operatoria e nella gestione delle urgenze in pronto soccorso.
E’ difficile pensare in queste condizioni di poter assicurare nei prossimi anni la qualità delle prestazioni mediche nelle strutture pubbliche”. Ad affermarlo è il senatore del Pd, Ignazio Marino, secondo il quale la manovra “penalizza ingiustamente i medici e gli infermieri che hanno compiuto la scelta di restare nel servizio pubblico, paralizza il futuro professionale di moltissimi giovani preparati che tarderanno a stabilizzarsi e compromette la risposta terapeutica offerta al cittadino”.
Marino si dice tuttavia consapevole del fatto che l’Italia sta attraversando “una stagione difficile e il momento del rigore finanziario non poteva essere rinviato, come ha ricordato anche il presidente del Consiglio Mario Monti ieri alla Camera” e, secondo Marino, anche tutti gli italiani lo sanno bene. Però, secondo il senatore Pd, presidente della commissione di Inchiesta sul Ssn, “la manovra manca di equità e inasprisce le condizioni di difficoltà di tutti gli italiani con reddito da lavoro dipendente, di quel ceto medio che ha sempre pagato. Soprattutto, la riforma delle pensioni avrà ripercussioni pesanti sul mondo del lavoro che ora tende ad allontanare i lavoratori già intorno ai 55 anni”.
“Per la sanità in particolare le conseguenze della riforma potranno essere devastanti, come denunciano medici, operatori, tecnici e infermieri che lunedì parteciperanno allo sciopero”, conclude Marino annunciando che il 19 dicembre sarà presente nei punti di mobilitazione.
Quotidianosanità.it – 18 dicembre 2011