Roma, 30 novembre (Il Velino) – Domani, nelle Marche, riunione conclusiva sul piano di monitoraggio della zanzara tigre. Il Piano regionale, giunto al termine della terza ed ultima annualità prevista dal Progetto Speciale Regionale (Decr.Dirigenziale P.F. Sanità Pubblica 5SAP04 del 2/4/2009), ha raggiunto gli obiettivi prefissati. Tuttavia sono necessarie ulteriori azioni per rendere omogeneo il controllo dell’infestazione di Aedes Albopictus (zanzara tigre) nei diversi Comuni, al fine di ridurre il disturbo al cittadino e contenere il rischio epidemico collegato in tutto il territorio regionale. Nel 2007 in Emilia Romagna, in aree ad elevata infestazione, si è verificato il primo focolaio autoctono di Chikungunya virus (derivante dalla zanzara tigre), attirando l’attenzione di tutto il mondo scientifico, delle autorità sanitarie e degli organismi europei che si occupano di sorveglianza sanitaria (ECDC). A seguito di questa epidemia nella vicina regione, nelle Marche con il supporto tecnico scientifico dell’Istituto Zooprofilattico Umbria Marche (IZSUM), è stato avviato un Piano Triennale di monitoraggio della presenza dell’insetto e sono stati redatti protocolli per la disinfestazione sia ordinaria (larvicida) che in emergenza epidemica (adulticida). “Nel 2010 il piano è stato attuato in 26 Comuni per 450 punti di monitoraggio per una durata di 20 settimane, – dichiara Stefano Gavaudan, dell’Istituto Zooprofilattico Umbria Marche, nonché coordinatore del piano regionale di monitoraggio della zanzara Tigre e di prevenzione delle malattie trasmesse – . Grazie a questo piano, per la prima volta nella Regione Marche, è stato possibile quantificare il livello di infestazione di A.albopictus nei Comuni coinvolti, disponendo di informazioni utili alla lotta all’insetto. Si è potuto valutare sia pur indirettamente, l’efficacia degli interventi effettuati, razionalizzando la disinfestazione per aumentarne l’efficacia e riducendone l’impatto ambientale. Con conseguente diminuzione del rischio di circolazione dei virus veicolati dalla zanzara tigre”.
Il Piano ha comportato un miglioramento progressivo delle competenze a livello locale, premessa fondamentale per la riduzione del rischio epidemico. Ad esempio l’analisi dell’andamento dell’infestazione nel Comune di Pesaro nel triennio 2008 – 2010, evidenzia una notevole riduzione nelle medie di uova raccolte per settimana, raggiunta nel corso di tre anni di attività, a testimonianza dell’utilità del sistema di monitoraggio nel medio periodo. Per questi motivi sarebbe auspicabile che la Sorveglianza della Chikungunya e il monitoraggio di A.albopictus, entrasse a far parte della pianificazione sanitaria ordinaria, per garantire nei prossimi anni la razionalizzazione degli interventi di lotta, la riduzione del rischio epidemico, un aumento del livello di vivibilità delle zone interessate e infine razionalizzando la spesa prevista per la disinfestazione. Aedes albopictus, insetto originario del sud-est asiatico conosciuto anche come “zanzara tigre”, è stato introdotto in Italia nei primi anni ’90 ed oggi è diffuso stabilmente nelle aree urbane. Oltre al fastidio arrecato alla popolazione, rappresenta un importante rischio sanitario per l’uomo, essendo capace di trasmettere virus tra cui Chikungunya (ChikV), Dengue (DenV) e West Nile (WND) sono i più noti.