“Le tracce della prova di maturità hanno indicato quest’anno un tema affascinante, definito socio – economico, ma secondo me anche politico – filosofico. Siamo quel che mangiamo: una affermazione rispetto alla quale la scelta del cibo implica anche la scelta del futuro che vogliamo per noi e i nostri figli”.
Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, non solo si complimenta con la frase proposta tra le altre per il cosiddetto saggio breve, ma non ha dubbi: “se avessi rifatto quest’anno la maturità, la scelta sarebbe stata immediata: questo argomento è il fondamento della società che pretendiamo di costruire”.
“Noi viviamo nel mondo, nel nostro mondo e nel nostro territorio, ne siamo il frutto e i custodi, e anche i consumatori – ha affermato Manzato – là dove il cibo non è solo nutrimento necessario alla vita ma è ad un tempo evento culturale, piacere personale, occasione sociale, pratica salutista dalla quale dipende in gran parte il nostro equilibrio fisico. Di più, il cibo diventa occasione per esaltare le qualità del territorio stesso e per esprimere la nostra capacità di migliorarlo e migliorarne i prodotti. Un mondo di merendine e alimenti artefatti non è diverso dall’incubo di Metropolis. Un mondo monoculturale, fatto di sapori artificiali, grassi, proteine, carboidrati, sali minerali e così via ci ha dato più peso che benessere, ci ha ingrassato ma non ci ha nutrito, ci ha tolto il piacere della convivialità e la possibilità di apprezzare le sfumature del gusto. Un sistema del genere, proprio perché siamo ciò che mangiamo – ha continuato Manzato – mette in difficoltà i produttori primari di cibo: gli agricoltori, combattuti tra una mondializzazione che avanza nel segno dell’omogeneità a basso prezzo e dalla voglia di stare sul mercato producendo con orgoglio alimenti di gran lunga migliori, vari, caratteristici, tradizionali, di stagione, compatibili con il territorio stesso”.
“Io spero proprio che la traccia della maturità – ha concluso l’assessore – diventi occasione per una riflessione generale e per riappropriarci, tutti quanti, della consapevolezza che dobbiamo reimparare a mangiare. Spero che la proposta sia stata scelta da molti studenti e che tra le loro considerazioni compaia l’importanza del prodotto alimentare a km zero. Per quanto mi riguarda, nella riforma che ho avviato per l’agricoltura veneta darò un’attenzione particolare alle esigenze di qualità e salute proprio tra i ragazzi”. Il riferimento dell’assessore va alla presenza di prodotti locali e controllati nelle mense scolastiche e non solo: “è un quadro delineato dalla nostra legge sulle produzioni a km 0, che nel voler proporre alimenti sani tutela anche il valore del lavoro dei nostri agricoltori”.