La carica dei mille. E oltre. Al netto di possibili errori di conteggio nella stesura del testo finale che approderà oggi al Senato per ricevere il sigillo definitivo, sono infatti 1.139 i commi della manovra, che diventano 1.247 con gli “stati di previsione”, su cui ieri sera la Camera ha votato la fiducia al Governo: ben 455 in più dei 684 commi della versione approdata a Montecitorio dopo il primo passaggio a Palazzo Madama. Quello che era stato annunciato come un disegno di legge di bilancio “snello” si è via via gonfiato sempre più rispetto ai 120 articoli di partenza con poderose iniezioni di “macro” e, soprattutto, “micro” norme. La fisionomia scaturita da questo massiccio restyling mostra nei suoi tratti essenziali: un pacchetto sull’economia digitale con una Web tax calibrata su una tassazione del 3% ma non estesa sull’e-commerce, una ritenuta del 26% sui prestiti Fintech e il nuovo servizio postale universale anche per i pacchi fino a 5 Kg; la riforma delle agenzie fiscali e restyling del calendario fiscale; l’estensione dell’Ape sociale alle 4 nuove categorie di lavori gravosi, in aggiunta alle 11 già previste, per le quali non scatterà l’aumento automatico dell’età pensionabile nel 2019. E ancora: un doppio bonus fino all’85% sui lavori condominiali; un fondo per il ristoro dei risparmiatori colpiti dai crack bancari, un bonus bebè ripristinato per il solo 2018 e l’innalzamento a 4mila euro della soglia delle detrazioni fiscali per i figli a carico.
L’ok di Montecitorio
Alla Camera la fiducia è stata votata (296 sì e 160 no)al termine di una giornata tormentata con tanto di ulteriore passaggio in commissione Bilancio per modificare alcune norme (come quelle su equo compenso e sull’imposta sostitutiva per le cooperative sociali) per i vizi di copertura individuati dalla Ragioneria. Il via libera di Montecitorio al Ddl nel suo complesso arriverà questa mattina. Poi la palla passerà al Senato che tra questa notte e domani mattina apporrà il sigillo definitivo sulla manovra. Sei i pilastri su cui poggia la nuova legge di bilancio: sterilizzazione clausole Iva, welfare e pensioni, taglio al cuneo, lotta all’evasione con la fatturazione elettronica, industria 4.0 e bonus ristrutturazioni, contratti nella Pa. Sono invece rimaste al palo le modifiche al Jobs Act, il taglia tempi del processo civile.
Clausole Iva
Fin dal momento del varo il cardine della manovra, composta di Ddl di bilancio e decreto fiscale, è rappresentato dalla sterilizzazione delle clausole Iva nel 2018 (e delle accise nel 2019) che ha assorbito 15,7 miliardi. L’impatto del testo originario sui conti pubblici era di 26,4 miliardi nel 2018, (con 15,5 miliardi di risorse recuperate autonomamente e 10,9 miliardi di maggior deficit). Un impatto cresciuto di circa 500 milioni dopo i ritocchi introdotti a Palazzo Madama e ulteriormente lievitato alla Camera.
Welfare e pensioni
Dopo la proroga di un anno dell’Ape volontaria, è stato introdotta l’esenzione dall’aumento automatico dell’età pensionabile di 15 categorie di lavori gravosi, è stato modificato il meccanismo di calcolo della speranza di vita ed è stato previsto un bonus contributivo per facilitare l’accesso all’Ape delle donne. È stata poi innalzata a 4mila euro la soglia per le detrazioni per i figli “under 24” a carico nell’ambito di un pacchetto famiglia che prevede anche il ripristino del bonus bebè nel 2018 per i bambini fino a 1 anno. Per l’alleggerimento del superticket sanitario arriva un Fondo da 60 milioni.
Contratti Pa
Dopo il blocco delle clausole di salvaguardia sull’Iva, è il rinnovo contrattuale degli statali la voce più consistente della legge di bilancio. Per finanziare gli 85 euro di aumento medio promessi dall’intesa di un anno fa, la legge di bilancio mette sul piatto 1,75 miliardi aggiuntivi, che portano a 2,85 miliardi il costo a regime delle nuove intese. A sottolineare l’importanza della legge di bilancio per le buste paga degli statali è anche un dato di calendario: la firma sul nuovo contratto arriverà soltanto un minuto dopo l’ok definitivo alla manovra.
Imprese
Il sostegno alle imprese poggia sulla conferma per il 2018 del piano Industria 4.0 con l’iper-ammortamento al 250% per beni di nuova tecnologia e il super-ammortamento (con aliquota ridotta dal 140% al 130%) per beni strumentali materiali. Un emendamento del M5S approvato alla Camera amplia l’elenco dei beni immateriali che, come i software, beneficiano nel 2018 del 140% di ammortamento (cybersecurity, robotica, tracciamento e pesatura di rifiuti). Arriva anche un credito d’imposta per la formazione 4.0.
Lotta all’evasione
Oltre a rinviare di un anno l’addio agli studi di settore, lo “scacco matto” all’evasione potrebbe arrivare con la fatturazione elettronica obbligatoria accompagnata dall’addio allo spesometro. L’obbligo partirà dal 1° gennaio 2019 per tutti, mentre si anticipa al 1° luglio 2018 per i subappalti nella Pa e per i carburanti. Su questi ultimi arriva una stretta sulle frodi Iva con la tracciabilità degli acquisti alla pompa delle partite Iva.
Lavoro
La decontribuzione strutturale al 50% per i primi 3 anni di contratto a tempo indeterminato interessa nel solo 2018 gli under 35 anni (con un tetto di 3mila euro). Al Sud lo sgravio contributivo è al 100% per le assunzioni di giovani e disoccupati, grazie alla proroga di un anno del bonus Sud; e sarà totale anche per chi assume studenti in alternanza o in apprendistato di primo o terzo livello. Dal 2019 lo sconto si applica per le assunzioni stabili sotto i 30 anni.
Il Sole 24 Ore – 22 dicembre 2017
Il Sole 24 Ore – 22 dicembre 2017