Ben 27,6 milioni di italiani, quasi uno su due, sono esenti dal ticket sulla specialistica. Il 46% degli assistiti riceve così del tutto gratis le prestazioni di Asl e ospedali e intanto “consuma” il 61% delle ricette per visite e analisi, quelle colpite dal superticket da 10 euro appena tornato in vita con la manovra.
Un vero e proprio esercito di assistiti “ticket free”, che in buona parte sono potenzialmente anche evasori fiscali: il 31% sono infatti esenti per reddito, mentre il 15% non pagano perché affetti da patologie croniche e un altro 15% perché invalidi. Tutto questo nel bel mezzo di controlli incrociati che non bastano e di autocertificazioni da mettere alla prova.
A fornire i primi dati della geografia delle esenzioni dai ticket – una mappa tutta da costruire che vede in testa il Sud, con la Sicilia che sarebbe al 63% di esenti e la Lombardia al 33% – è stato ieri il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a margine dell’incontro che ha avuto con gli assessori regionali sulla delicatissima partita del superticket. Cifre che Fazio ha elencato senza commenti, ma che dimostrano le difficoltà di applicazione della manovra e la delicatezza della situazione che s’è aperta tra Regioni e Governo.
Ieri il ministro ha aperto un canale di confronto, che naturalmente non potrà risolvere subito, o chissà quando, la partita: l’apertura di un tavolo tecnico con i governatori per «rimodulare» i ticket sanitari, sia quelli già scattati per effetto della manovra sia quelli previsti dal 2014. Una rimodulazione, ha detto Fazio, per evitare che i ticket sulla specialistica «siano per così dire lineari, ma modulati per fasce di spesa oppure, meglio, sul concetto di appropriatezza», sulla falsariga di quanto ha deciso martedì la Lombardia e che presto potrebbe essere replicato in altre Regioni. «L’ideale sarebbe garantire anche ai non esenti le prestazioni urgenti e “colpire” le prestazioni inappropriate per ridurle: una sorta di tassa di scopo, come per i ricoveri inappropriati», ha aggiunto Fazio ribadendo quanto anticipato in un’intervista al nostro giornale.
Il «tavolo» con le Regioni, naturalmente, non potrà portare risultati immediati. Il ticket intanto si deve applicare. Anche se, quando l’Economia accoglierà le loro proposte, per il ministro «le Regioni sono libere di applicare le manovre che ritengono più opportune in alternativa al ticket».
Del resto le Regioni continuano ad andare in ordine sparso. Alla lista di chi già sta applicando il superticket (Lombardia, Lazio, Basilicata, Puglia, Liguria, Sicilia) presto se ne aggiungeranno altre. Forse già da oggi la Calabria, ma si stanno preparando anche Campania, Piemonte, forse il Friuli che ha annunciato un ricorso alla Consulta. In stand by restano Emilia, Toscana, Veneto, Umbria e Sardegna, che prendono più tempo, almeno altri 10-15 giorni, prima di decidere come recuperare le risorse da coprire nonostante il rischio di essere chiamate in causa per danno erariale. Ieri il governatore della Toscana, Enrico Rossi, contro una manovra «iniqua e insostenibile che tagli i servizi», ha anticipato che la Regione punterà sui redditi più alti e sul contrasto ai falsi esenti. Ma la scelta di “spalmare” diversamente il superticket, ormai è chiaro, sarà presa in tutta Italia. Con tutto il Sud, Sicilia in testa, che si sente più penalizzato.
Ilsole24ore.com – 21 luglio 2011