Con un comma è stato previsto per le regioni sottoposte ai piani di rientro che hanno il blocco delle assunzioni la possibilità di deroga al blocco del turn over
Sono salvi gli enti non economici con meno di 70 dipendenti che la manovra condannava alla soppressione. Un emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato cancella infatti il comma 31 dell’articolo 2. Precedenti emendamenti avevano salvato i mini-enti di ricerca e di cultura come, per il settore sanitario, l’Agenas .
E con un comma aggiuntivo (23 bis) all’articolo 1 nella manovra è stato previsto per le regioni sottoposte ai piani di rientro che hanno il blocco automatico delle assunzioni la possibilità, con decreto del ministro della Salute, di concerto con l’Economia, sentito il ministro per i Rapporti con le Regioni, su richiesta della Regione interessata, la possibilità di deroga al blocco del turn over «previo accertamento, in sede congiunta, da parte del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali» e «sentita l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), della necessità di procedere alla suddetta deroga al fine di assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, del conseguimento di risparmi derivanti dalla corrispondente riduzione di prestazioni di lavoro straordinario o in regime di autoconvenzionamento, nonché della compatibilità con la ristrutturazione della rete ospedaliera e con gli equilibri di bilancio sanitario, come programmati nel piano di rientro, ovvero nel programma operativo e fermo restando la previsione del raggiungimento dell’equilibrio di bilancio».
Definitivamente escluse poi le professioni sanitatarie dalle liberalizzazioni. Al comma della manovra he le prevede infatti è stata aggiunta la specifica che «la limitazione, in forza di una disposizione di legge, del numero di persone che sono titolate ad esercitare una certa professione in tutto il territorio dello Stato o in una certa area geografica, è consentita unicamente laddove essa risponda a ragioni di interesse pubblico, tra cui in particolare quelle connesse alla tutela della salute umana».
Dalle liberalizzazioni sono state escluse anche le farmacie che manterranno il numero chiuso.
ilsole24ore.com – 5 settembre 2011