Le Regioni pronte a ricorrere alla Consulta. «La manovra non sia la tomba del federalismo». La Lega che spariglia le carte sulla previdenza aprendo alla revisione dei trattamenti pensionistici di chi non ha mai lavorato (l’offerta è di Roberto Calderoli).
E la maggioranza che prova a ridurre la super Irpef: per ora l’ultima asticella è stata posizionata a 150mila euro con l’introduzione del quoziente familiare e a 200mila euro senza. Senza contare il balletto attorno al rialzo dell’Iva: il Cavaliere ne è il principale sponsor – gli danno man forte i “frondisti” di Crosetto e buona parte del Pdl – Giulio Tremonti non la vuole e Umberto Bossi ancora meno. Così, con un incontro serale a via dell’Umiltà, Calderoli (che oggi ha anche lanciato una tassa anti-evasione) e Angelino Alfano tentano una difficile sintesi.
Confindustria: manovra va migliorata, rischi sui mercati ancora alti
Prosegue quindi serratissimo il confronto attorno al cantiere della manovra. Oggi giornata di audizioni in commissione Bilancio al Senato con parti sociali ed enti locali. A inaugurarle in mattinata è Confindustria con l’affondo del direttore generale, Giampaolo Galli. «La manovra va migliorata, i rischi per l’Italia sui mercati finanziari sono ancora elevati». Quindi il dg snocciola cosa non va nel decreto (supertassa e Robin Tax in primis) e cosa manca (capitolo pensioni, rialzo dell’Iva e lotta all’evasione).
Sindacati: priorità sono costi della politica ed evasione
I sindacati che seguono non sono da meno. Comincia Raffaele Bonanni (Cisl): «Non ci convince, va con il piede leggero sui costi della politica e con quello pesante su pensioni e pubblico impiego». Prosegue, sulla stessa linea critica, il collega della Uil, Luigi Angeletti. «Servono due serie cose: una seria riduzione dei costi della politica e una seria riduzione dell’evasione fiscale». Poi arriva il carico da novanta della Cgil. «Questa manovra poco fa per equità e lotta all’evasione», ammette Susanna Camusso.
Anci: iniqua e penalizzante. Alemanno: costretti a restituire le fasce tricolori
Comuni e Province, poi, non l’hanno mai elogiata. Per l’Anci «serve una modifica sostanziale», dice il vicepresidente Graziano Delrio. Dal direttivo dei sindaci poi arriva un’altra bacchettata. «La manovra-bis è iniqua e penalizzante per il paese». Il primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno, ammette. «Se non sarà modificata, noi saremo costretti a restituire le fasce tricolori allo Stato». Mentre l’Upi, con il numero uno Giuseppe Castiglione, bolla come «inaccettabile» quel taglio di 2,1 miliardi che si scarica sulle spalle delle province». Giovedì prossimo presenteranno le loro lagnanze al segretario del Pd, Pierluigi Bersani: alle 14.30 con la delegazione delle Province e alle 15.30 con i rappresentanti dei Comuni.
ilsole24ore.com – 25 agosto 2011