L’entità della manovra non può essere ridotta, le modifiche non devono aumentare il peso del fisco (che salirebbe al 44,5% nel 2014), mentre deve essere maggiore il ruolo delle misure strutturali: è quanto ha detto, in estrema sintesi, il vicedirettore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio del Senato, precisando che «l’attuazione delle misure correttive andrà attentamente monitorata». Anche la Corte dei conti è preoccupata per i rischi depressivi insiti nella manovra. Il premier Berlusconi, però, si dichiara molto soddisfatto: «Abbiamo migliorato la manovra senza mettere le mani in tasca agli italiani».
Intanto, dopo le audizioni di stamani, via all’esame degli oltre mille emendamenti al provvedimento. Domani dovrebbero essere presentati quelli del governo con le modifiche concordate nel lungo vertice di ieri.
Contributo di solidarietà resta in vigore anche per gli statali. Il contributo di solidarietà sarà abolito, così come stabilito dal vertice di maggioranza di ieri, ma, oltre che per i parlamentari, resterà in vigore anche per tutta la pubblica amministrazione. Lo spiega il relatore, Antonio Azzollini, che sta approntando in queste ore gli emendamenti che traducono le intese raggiunte ieri ad Arcore. Il prelievo sui redditi dei dipendenti della pubblica amministrazione era stato introdotto dalla manovra di luglio 2010, prevedendo un prelievo del 5% per la parte eccedente i redditi sopra i 90 mila euro e del 10% sulla parte eccedente i 150mila euro. Con la manovra di Ferragosto il contributo di solidarietà veniva applicato anche al settore privato, e per tutti diventava deducibile. L’emendamento che sta predisponendo il relatore dovrebbe quindi intervenire solo sulle diposizioni della manovra in discussione in questi giorni, cancellando la “supertassa” introdotta con il decreto varato ad agosto dal governo, ma mantenendo le disposizioni precedenti. Il contributo resterà invece per i parlamentari, con le percentuali di prelievo raddoppiate.
Verso riscrittura norme su società di comodo. Tra gli emendamenti del relatore alla manovra, che dovrebbero essere pronti per domani, ci sarà molto probabilmente anche una “riscrittura” della norma sulle società di comodo, nonostante la Lega abbia già presentato un emendamento in questo senso. Lo ha annunciato lo stesso relatore, sottolineando che «saremo prudentissimi sulle stime» pur specificando che «se fatta bene questa misura può portare risorse importanti».
Esplodono intanto le polemiche sulla norma che esclude servizio militare e riscatto della laurea dal calcolo dei versamenti previdenziali per la pensione. Il Pdl la definisce equa, mentre il Pd, oltre che ingiusta, la reputa un incentivo all’evasione fiscale degli italiani che si sentono tartassati; l’Idv parla di provvedimento che colpisce i giovani, e Prc sostiene che la norma è incostituzionale; è medici Anaao proclamano lo stato di agitazione contro una «proposta indecente».
Berlusconi: ora manovra più equa. «Sono molto, molto soddisfatto perché la manovra è più equa e più sostenibile, è migliorata senza modificare i saldi».
«Non abbiamo messo le mani in tasca agli italiani». «Io avevo detto che introducevo il contributo di solidarietà con il cuore che grondava sangue perché da sempre ho promesso che non volevamo mettere le mani nelle tasche degli italiani. Siamo riusciti a levarlo con altre fonti di risparmio».
«Smentite le tensioni tra me e Tremonti». «Sono soddisfatto – ha detto il premier – perchè l’accordo raggiunto ieri ad Arcore conferma la coesione della maggioranza e smentisce i romanzi d’agosto sui rapporti interni alla maggioranza e tra me e Tremonti. La realtà e quasi sempre diversa da quello che racconta la stampa».
«Inasprita la lotta all’evasione, ridotti i costi della politica». «Abbiamo inasprito la lotta all’evasione fiscale con la possibilità di fare controlli più capillari e i Comuni potranno mantenere il gettito che deriva da questi controlli. Inoltre, per la prima volta nella storia della Repubblica, una manovra ha drasticamente ridotto i costi della politica, tagliando le poltrone e abrogando le Province. Noi ci avevamo già provato, ma poi la sinistra bocciò la nostra legge con un referendum. La nostra determinazione è assoluta, perché i costi della politica sono forti e per questo siamo grati al senso di responsabilità della Lega. Ora in Parlamento tocca all’opposizione e se ci sarà l’accordo con una maggioranza dei due terzi, potremo arrivare in poco tempo ad approvare la riduzione del numero dei parlamentari e l’abolizione delle Province».
«Aperti all’opposizione, ma loro criticano subito». «Siamo sempre aperti ai contributi dell’opposizione, tuttavia ho subito visto stamane che le critiche come al solito sono aumentate» ha detto Berlusconi.
Bersani: per il governo evasori intoccabili, puniti i “fessi” che hanno studiato o fatto la naja. «La giustizia di Arcore e di Bellerio è dunque la seguente – aveva attaccato in precedenza il leader del Pd, Pier Luigi Bersani – non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più».
Di Pietro: manovra inaccettabile, da Arcore piano omicida. «Rinchiuso nel circolo di Arcore e lontano dalle istituzioni rappresentative, il governo Berlusconi ha messo a punto una manovra omicida dello Stato sociale e ha preso in giro gli italiani – dice il leader Idv Antonio Di Pietro – Attendiamo gli amici di Arcore alla prova dei fatti in Parlamento per vedere se davvero vogliono il dialogo con le opposizioni. Per ora ci limitiamo a dire che la manovra proposta è inaccettabile perché colpisce solo le fasce sociali più deboli».
Udc: la manovra doveva essere molto diversa. «L’Italia aveva bisogno di una manovra economica molto diversa da quella predisposta dal Governo – dice il responsabile Enti locali dell’Udc, Mauro Libè – E presto, purtroppo, ce ne accorgeremo. Condividiamo, dunque, le perplessità della Corte dei conti. Al posto di una forte riduzione della spesa pubblica si è scelto di ricorrere alla leva fiscale e non sono stati previsti seri interventi a favore dello sviluppo e del futuro dei giovani. Buona parte di quelli previsti, poi, sono destinati a rimanere solo sulla carta, senza mai tradursi in nulla di concreto. Le risorse a disposizione delle famiglie, dunque, sono destinate a diminuire drasticamente, mentre le prospettive di crescita si fanno sempre più remote. Siamo in una situazione difficile che potrebbe portarci verso una pericolosa recessione».
Cgil: rafforzate le ragioni dello sciopero. «Dopo il vertice di Villa San Martino le ragioni del nostro sciopero generale sono non solo confermate ma anche rafforzate – dice la leader della Cgil, Susanna Camusso – Sulle pensioni è stato fatto un golpe della cui gravità forse ancora non ci si è resi conto».
Regioni: tagli insostenibili, correggere l’impianto. La manovra nuova versione, così come si prefigura dopo le modifiche preannunciate ieri, non soddisfa le Regioni. «Non conosciamo nel merito gli emendamenti che il governo intende presentare per modificare il decreto legge 138 – dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani – ma nel complesso quanto anticipato non risponde alla necessità di riequilibrare la manovra che, per effetto del combinato disposto degli interventi finanziari degli ultimi due anni, pesa per oltre il 50% sulle Regioni e sulle autonomie locali». Errani preannuncia che le Regioni hanno già inviato alle commissioni Bilancio di Camera e Senato prime proposte emendative e che la Conferenza delle Regioni, il 1° settembre a Roma, formalizzerà un ulteriore documento per riequilibrare una manovra che presenta «tagli insostenibili per il sistema delle autonomie. I tagli prefigurano una situazione che non consentirà di garantire servizi fondamentali per i cittadini».
Corte dei conti: rischi di depressione. «Il ricorso prevalente alla leva fiscale, quasi 3/4 della manovra, determina la compressione del reddito disponibile e accentua i rischi depressivi» ha detto Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei conti, nell’audizione sulla manovra in commissione Bilancio del Senato. La Corte esprime inoltre «perplessità per la scelta di formulare la manovra senza un aggiornamento del quadro macroeconomico».
«Nell’ipotesi più ottimistica l’aumento della pressione fiscale sarà di 2 punti percentuali nel 2014» ha sottolineato il presidente della Corte dei conti.
«Dalla Robin tax effetti indesiderati». «L’aumento della Robin Hood tax prevista in manovra rischia di avere degli effetti indesiderati sui consumatori, ma anche sugli investimenti del settore energetico, ai quali bisognerà prestare attenzione – dice Giampaolino – Non va sottovalutata la difficoltà a sorvegliare l’osservanza del divieto di traslare in bolletta i maggiori oneri per le imprese».
Bankitalia: rischi depressivi per l’economia. «L’aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia» ha detto Visco, secondo il quale, visto anche il rallentamento del commercio mondiale, si rischia «una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul pil». Per questo «il riequilibrio dei conti deve associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia».
«Rischio stagnazione, serve crescita». «L’aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia – ha detto Visco – Visto anche il rallentamento del commercio mondiale, si rischia una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul pil. Per questo il riequilibrio dei conti deve associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia».
«La crescita del pil quest’anno potrebbe essere inferiore al punto percentuale e ancora più debole nel 2012 – ha detto il vicedirettore di Bankitalia – Ciò si rifletterebbe inevitabilmente sui conti pubblici, rendendo più difficile il pareggio del bilancio e rallentando la flessione del peso del debito pubblico. Per questo l’entità complessiva dell’aggiustamento dei conti programmato non può essere ridotta».
Pressione fiscale in salita, livelli record nel 2014. Visco ha sottolineato che, alla luce della manovra, la pressione fiscale salirebbe nei prossimi anni a livelli record. «La pressione fiscale – ha detto – salirebbe soprattutto nel 2012 e nel 2013 (rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti); nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5%. Il livello sarebbe ancora maggiore se gli enti decentrati compensassero, anche solo in parte, la riduzione dei trasferimenti statali con un aumento dell’imposizione a livello locale. Di contro, l’impatto sul prelievo verrebbe mitigato qualora, come indicato dal governo, almeno una parte dell’aggiustamento connesso con l’esercizio della delega fosse realizzato sul lato della spesa».
«Pensioni, anticipare l’innalzamento dell’età delle donne». La manovra economica, secondo Visco, dovrebbe rivedere la normativa pensionistica anticipando al 2012 l’innalzamento dell’età della pensione per le donne, portandola nel settore privato da 60 a 65 anni. «Si potrebbe prevedere un ulteriore graduale aumento delle “quote” per l’accesso alla pensione di anzianità (date dalla somma degli anni di contribuzione e di età). Si potrebbe altresì anticipare l’incremento dell’età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato da 60 a 65 anni (l’avvio del processo potrebbe essere già a gennaio del 2012, quando alle lavoratrici del pubblico impiego si applicherà il requisito dei 65 anni). L”intervento assicurerebbe risparmi non trascurabili dal 2013 e crescenti negli anni successivi».
«Un intervento sulle Province ha un valore simbolico molto importante – ha detto Visco – anche se all’inizio i risparmi non saranno troppo consistenti, con un valore nell’ordine di centinaia di milioni, non miliardi».
Gasparri: eque le nuove misure sulle pensioni. «Naja e studio continueranno a valere ai fini del calcolo economico della pensione – afferma Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl – Però si deve andare in pensione dopo avere lavorato effettivamente per quarant’anni. Una misura equa e accettabile che non lede i diritti economici dei lavoratori e che contribuirà a migliorare i saldi».
Enrico Letta: la norma sulle pensioni incentiva l’evasione fiscale. «La norma sulle pensioni, priva di qualsiasi visione strutturale e di lungo respiro, è un incentivo culturale all’evasione fiscale – attacca il vicesegretario del Pd, Enrico Letta – All’italiano che in una sera si vede fregato dallo Stato il patto dei quattro anni di laurea o di uno di servizio militare, scatta immediatamente la reazione di dire “appena posso lo Stato lo frego io”. Con una norma simile si fanno cento passi indietro rispetto all’aspirazione alla cultura della fedeltà fiscale».
Damiano: cittadini onesti puniti, evasori intoccabili. «Secondo il governo Berlusconi – dice Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camer – il patto con i grandi evasori non si può toccare, si può invece passare con il carrarmato sul patto fatto con centinaia di migliaia di lavoratori che hanno pagato di tasca propria il riscatto della laurea o che hanno riscattato l’anno trascorso a servire la Patria come militari e che non potranno conteggiare questi periodi nei quarant’anni di anzianità. Tutto questo è inaccettabile e conferma il carattere socialmente iniquo della manovra».
Pd: emendamento per dare scelta ai giovani, mantenere riscatto laurea o riavere i soldi. Il gruppo Pd alla Camera preparerà un emendamento per lasciare ai giovani la scelta tra mantenere il riscatto degli anni di laurea per il computo degli anni per arrivare alla pensione o riavere i soldi con cui questi anni sono stati riscattati. Ad annunciarlo è il coordinatore delle Commissioni economiche del gruppo alla Camera, Francesco Boccia. «Quando un governo cambia le regole del gioco a partita in corsa – dice Boccia – si dimostra non credibile. Sugli anni di riscatto di laurea e del servizio militare chiederemo che a chi ha riscattato pagando venga consentita l’opzione di scegliere se riavere i soldi o meno. I giovani italiani, e parlo da giovane, purtroppo sanno già che andranno in pensione a 70 anni, ma non possono accettare scorciatoie quasi sempre decise da una parte della classe dirigente che vive di vitalizi e pensioni di lusso. Ieri ad Arcore c’è stato un accordo tra pensionati di lusso alle spalle dei giovani italiani».
Idv: sulle pensioni il governo colpisce i giovani. «La manovra del governo – dice il vicecapogruppo Idv alla Camera, Antonio Borghesi – è un proditorio attacco ai giovani che già faranno fatica a raggiungere il numero di anni minimo di versamenti contributivi. Il governo li ha incitati a riscattare gli anni di militare e di università, illudendoli di poter andare in pensione prima, e ora rompe il patto e li colpisce proditoriamente e con viltà. Il tutto per non tagliare i costi della politica».
Prc: ecco perché la cancellazione della naja è anticostituzionale. «La cancellazione del periodo di leva ai fini del computo dell’età pensionabile non solo è una misura meschina e antipatriottica, ma è palesemente anticostituzionale – sostiene Alfio Nicotra, dirigente di Prc – Infatti i milioni di italiani che hanno prestato il servizio militare o quello civile sostitutivo non lo hanno fatto per libera scelta, ma per un obbligo solennemente sancito dall’articolo 52 della Costituzione. Non contemplare l’anno di leva ai fini pensionistici significa inoltre accanirsi con chi ha fatto il proprio sacro dovere di difendere la Patria e premiare chi invece, grazie a conoscenze, mazzette o condizioni di privilegio è riuscito in un modo o nell’altro ad evitare l’onere della coscrizione obbligatoria. L’articolo 52 della Costituzione prevede espressamente che chi è sottoposto all’obbligo della leva non deve subire discriminazioni quando afferma che “il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino”. È evidente che il computo degli anni per la pensione è da considerarsi a tutti gli effetti parte integrante della posizione di lavoro del cittadino».
Medici Anaao in stato d’agitazione: proposta indecente. «Una proposta indecente» dice Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, proclamando lo stato di agitazione dell’intera categoria. «I politici – sottolinea Troise – si affannano a precisare che i riscatti resterebbero utili ai fini economici per il calcolo della pensioni, ma non è chiaro cosa significhi nel sistema retributivo. Uno scalone che allontana fino a 7 anni l’età pensionabile mentre non si conosce la decorrenza del provvedimento e, di conseguenza, la sorte di chi ha maturato i requisiti entro il 2011, così come non si conoscono nel dettaglio gli effetti sulle anzianità maturate. Per i medici il provvedimento cancellerebbe tutte le pensioni di anzianità non essendo possibile matematicamente iniziare a lavorare prima dei 30 anni visto che laurea e specializzazione sono requisito di legge, previsto dalla normativa europea. Un provvedimento meschino ed estemporaneo che produrrà nell’immediato minori entrate perché nessuno riscatterà più gli anni di laurea e maggiori spese perché chiunque ha maturato i requisiti fuggirà immediatamente vista la continua manomissione del diritto al pensionamento e l’assoluta mancanza di credibilità di quanti rassicurano sulla stabilità del sistema pensionistico e che vengono puntualmente smentiti».
Ansa – 30 agosto 2011