Una manovra un po’ più leggera per gli enti locali e molto più pesante per le amministrazioni centrali dello stato. C’hanno pensato gli emendamenti di palazzo Madama a rimodulare il peso del dl 138 che nella versione varata il 12 agosto risultava essere troppo penalizzante per regioni, province e comuni.
Ad evidenziarlo è il servizio bilancio di camera e senato che ha rifatto i conti delle varie poste che compongono la manovra dopo le modifiche apportate in commissione e in aula al senato dal maxiemendamento del governo. Gli interventi correttivi hanno fatto crescere di 4 miliardi di euro il contributo delle amministrazioni centrali che ora ammonta a 14 miliardi per il 2012, ossia il 75% della manovra netta. Il sacrificio della burocrazia statale in valore assoluto è destinato a ridursi progressivamente, scendendo a quota 12,6 miliardi per il 2013 e 10,5 miliardi per il 2014 (che però varranno I’89% della manovra netta perché nel 2014 il dl 138 non prevede a carico degli enti locali un contributo ulteriore rispetto a quello della manovra di luglio, il dl 98/2011, che ammonta a 11,6 miliardi). Di contro la partecipazione delle amministrazioni locali è scesa, per effetto degli emendamenti approvati al senato, da 5 miliardi a 4,2 nel 2012 (3,1 nel 2013). Un risultato realizzato quasi esclusivamente con risparmi di spesa. L’accresciuto peso della p.a. centrale sul miglioramento dei conti è dovuto soprattutto all’incremento delle entrate. Gonfiate dalle maggiori risorse attese dalla lotta all’evasione (727 milioni nel 2012, 1.576 milioni nel 2013 e 1.595 nel 2014) e dall’aumento dell’aliquota Iva dal 20 al 21% da cui l’erario prevede di incassare 700 milioni sino a fine anno e 4,2 miliardi l’anno nei successivi tre anni. Restano confermati gli importi attribuiti al prelievo sui giochi e all’accisa sul tabacco (1,5 miliardi all’anno), alla tassazione delle rendite finanziarie (1,4 miliardi nel 2012, 1,5 nel 2013 e 1,9 nel 2014) e alla Robin tax (che vale 1,8 miliardi nel 2012, interamente destinati ad alleggerire il contributo alla manovra degli enti locali che così scende da 6 a 4.2 miliardi, e 900 milioni all’anno nel biennio 2013-2014). Le maggiori entrate attese gonfiano la manovra di 700 milioni per quest’anno, 4,3 miliardi per l’anno prossimo e altrettanti per il 2014. Dal lato delle spese, i maggiori risparmi arriveranno dai ministeri (6 miliardi nel 2012 e 2,5 nei 2013) e dalle retribuzioni del pubblico impiego (430 milioni nel 2012, due miliardi nel 2013 e 1,5 nel 2014). Gli enti di previdenza concorreranno al consolidamento dei conti per circa 2 miliardi nel 2013 e 1,4 miliardi nel 2014.