Il Consiglio europeo che si apre domani è “l’ultimo della stagione precedente” e “le questioni principali oggetto della discussione con i partner europei, sollecitate e stressate dalla presidenza italiana, troveranno pieno compimento con la nuova commissione”. Così il premier Matteo Renzi in Senato. “Domani non sarò a Parigi” al vertice del Pse, in quanto per la mattinata sono previsti l’incontro con le Regioni e il Consiglio dei ministri”, afferma il premier.
Dopo questi appuntamenti, Renzi volerà direttamente a Bruxelles. “Non c’è un problema solo italiano ma dell’intera area euro, che è oggi la cenerentola dello sviluppo mondiale”. Il premier sottolinea che i Paesi europei sono “molto deficitari” a livello economico. “Nell’ultimo Consiglio Ue per la prima volta è tornata la parola crescita, dopo un dibattito acceso con gli olandesi e gli altri artefici del rigore. E’ non rinviabile una discussione su come l’Europa vuole provare a uscire dai margini stretti del rigore per impostare una strategia” di crescita.
“Vorrei stimolare la comunità italiana, l’opinione pubblica, gli editorialisti, a fare un salto di qualità nella discussione. Lo dico con franchezza. Viviamo una subalternità culturale: basta una mezza parola del portavoce di un sottocommissario Ue per avere titoloni come ‘L’Europa minaccia l’Italia’”. Poi Renzi aggiunge: “Vorrei che le nuove istituzioni europee mostrassero un po’ più di coraggio e l’orgoglio di appartenere a questa Comunità” che è l’Europa. Renzi ha sottolineato che l’Ue sta cambiando le sue istituzioni e bisogna “cogliere questa occasione” perché “noi non siamo gli osservati speciali” ma un Paese che fa le riforme. “In queste ore a fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla legge di stabilità si dice ‘arriva la lettera della Ue’, cosa che fa evocare chissà quali procedure, messaggi o minacce”. Ma tutto questo “è naturale”, come è “naturale che l’Italia sia protagonista con la propria voce” senza “diktat esterni”.(
Pronta la lettera dell’Ue
Sale l’attesa per il giudizio di Bruxelles sulla legge di stabilità e mentre i tecnici sono al lavoro sui numeri dovrebbero arrivare in giornata i chiarimenti che l’Ue intende chiedere al governo. E’ lo stesso commissario agli Affari economici Jyrki Katainen ad ammetterlo: i suoi servizi “sono in contatto con le autorità italiane per avere dei chiarimenti su alcuni dati”. Un dialogo “fisiologico” per il sottosegretario Sandro Gozi. Che forma prenderanno i “chiarimenti” fra Roma e Bruxelles, resta ancora da vedere: con una lettera, la Commissione metterebbe nero su bianco le violazioni riscontrate, se invece chiedesse uno sforzo maggiore, ma attraverso canali più informali, il negoziato potrebbe anche chiudersi senza una rumorosa bocciatura della legge. Secondo il Financial Times, la Commissione avrebbe pronte “richieste formali” di dettagli a Italia, Francia, Austria, Malta e Slovenia.
Katainen: “Contatti frequenti”
“La lettera all’Italia sulla legge di stabilità non è stata ancora inviata, ci sta lavorando la direzione generale affari economici”, ha detto Katainen a margine di un dibattito al Parlamento Ue, auspicando che tutto vada per il meglio. Secondo indiscrezioni circolate nelle ultime ore, il finlandese avrebbe una posizione più morbida rispetto al presidente uscente della Commissione, José Manuel Barroso, che vorrebbe dall’Italia maggiori sforzi sull’aggiustamento strutturale, pari ad almeno lo 0,5%, laddove il governo ha invece indicato lo 0,1%. A Katainen potrebbe andare invece bene la riserva messa da parte dallo stesso governo in caso di rilievi Ue, che porterebbe lo sforzo a circa lo 0,3%.
Le trattative anche sulla Francia
Il negoziato è quindi in corso, con contatti che proseguono frenetici per trovare una soluzione che stia bene a tutti ed evitare di arrivare alla bocciatura della legge. Il tempo è poco: Bruxelles ha fino a oggi per comunicare ai governi i suoi dubbi sulle manovre che mettono a rischio i conti, come quelle di Francia e Italia, ma non solo. Poi il dialogo proseguirà, e senza un compromesso, si andrebbe dritti verso la bocciatura a fine mese. “Siamo tranquilli, ci sono contatti continui, ma si tratta di un dialogo fisiologico. La manovra è già compatibile con le regole Ue e coerente con gli impegni assunti, che assicura anche la crescita”, ha assicurato Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei, che sottolinea come gli obiettivi vadano rivisti visto che “la situazione economica già difficile si è ulteriormente degradata rispetto ai dati di aprile cui fa riferimento la Commissione” quando aveva chiesto un aggiustamento strutturale di 0,7%.
rainews.it – 22 ottobre 2014