Sarà approvata oggi, sul testo licenziato dalla Camera, la legge di bilancio. Nessun voto sugli emendamenti in Commissione, dunque. Ma direttamente in Aula, con fiducia posta dal governo sul provvedimento. La prima chiama inizierà alle 13.30, un percorso sprint – che consentirà tra l’altro ai senatori dem di partecipare alla direzione del Pd convocata per le ore 15 – voluto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in cambio del rinvio (chiesto dal capo dello Stato) delle annunciate dimissioni a dopo la approvazione della manovra. E così, salvo sorprese, la manovra 2017 diventerà quindi legge.
L’iter di approvazione
Dal mattino i senatori saranno in Aula dove, per prime, si esamineranno e voteranno le eventuali questioni pregiudiziali (alle 9,30 è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti). Poi il governo porrà la questione di fiducia sull’articolo 1 (che contiene il testo della manovra con i suoi 638 commi). La prima chiama inizierà alle 13,30. Dopo il voto di fiducia, verso le 14,45, inizierà la votazione della II sezione (composta di altri 18 articoli) del provvedimento, con gli stanziamenti dei ministeri e il quadro generale riassuntivo per il triennio 2017-2019. A seguire ci sarà il voto finale sulla manovra con procedura elettronica.
Manovra non si riapre
Sulla legge di bilancio «chiederemo di fare il più presto possibile» ed è quindi «presumibile che vada in Aula domani sera» aveva anticipato ieri il capogruppo Pd in Commissione Bilancio del Senato, Giorgio Santini, per il quale «se non ci saranno emendamenti, basterà un voto», non necessariamente di fiducia. Obiettivo quello del «passaggio più rapido» del testo così come approvato alla Camera, escludendo una riapertura del provvedimento.
Il dissenso delle opposizioni
La decisione del governo di porre la fiducia è stata contestata dalle opposizioni. Solo il Movimento Cinque Stelle era disposto ad evitare le barricate. Il centrodestra e Sinistra Italiana invece avevano annunciato battaglia. «Le strane ipotesi su un possibile congelamento della crisi del governo Renzi, con l’approvazione accelerata della legge di bilancio grazie addirittura a cosiddette “fiducie tecniche”, sono del tutto impraticabili», avevano messo in chiaro i capigruppo azzurri Paolo Romani e Renato Brunetta. «I dati Istat di oggi ci raccontano molto del No al referendum Costituzionale. Gli italiani hanno altri problemi: la povertà e l’esclusione sociale. Piuttosto che fare in fretta e furia una manovra di bilancio fatta di “mancette” pensate per vincere il referendum sarebbe necessario rispondere subito a queste due urgenze», rilanciava il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto. Anche la Lega si era detta pronta a discutere solo se dalla manovra verranno «eliminate immediatamente tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica».
Crimi (M5s): ok a manovra blindata per accelerare dimissioni Renzi
Via libera invece dal M5s all’ok lampo della manovra per consentire rapide dimissioni di Renzi. «Se sarà confermato che non ci sarà nessuna modifica alla legge di Bilancio» per consentire a Matteo Renzi di formalizzare le sue dimissioni «allora noi saremo favorevoli» ha detto il senatore m5s Vito Crimi ai cronisti a Palazzo Madama precisando che «naturalmente M5S voterà contro» la legge di Bilancio senza fare ostruzionismo. «Se è blindata – ha sottolineato – noi diciamo ok, vattene a casa il più presto possibile.
Il Sole 24 Ore – 7 dicembre 2016