Giudizio più che positivo della Corte dei conti sulla manovra del Governo. Ad esprimerlo è stato il presidente della Corte, Luigi Giampaolino nel corso di un’audizione al Senato.
Giampaolino ha aggiunto però che adesso serve «una strategia che, dopo i favorevoli risultati del 2010, sia in grado, superata l’emergenza, di riconciliare la stabilità con un sentiero di crescita più sostenuto».
Sul capitolo della Sanità, secondo il giudizio espresso in audizione, le scelte si muovono in linea con l’impostazione finora seguita per il riassorbimento dei disavanzi e il contenimento della dinamica della spesa: intervenire sulle differenze non giustificabili nei costi e sull’utilizzo inappropriato delle strutture pubbliche.
«Ciò per consentire – si legge nel testo dell’udizione – sia il riequilibrio finanziario sia il miglioramento della qualità dei servizi garantiti sul territorio nazionale. Recenti analisi hanno posto in rilievo la presenza di forti differenze nei costi delle prestazioni fornite dalle aziende sanitarie non solo tra le diverse aree territoriali ma, anche, all’interno della stessa area».
Differenze da riassorbire con l’aiuto di una migliore informazione e trasparenza dei costi e con la definizione di obiettivi quantitativi (è il caso dei dispositivi medici) che rappresentano una «seppur ancora approssimativa espressione di livelli più appropriati».
Rispetto al mantenimento di un’incidenza costante sul Pil (criterio seguito sostanzialmente dell’ultimo decennio), la correzione richiesta alla spesa sanitaria è nel 2013 e 2014 particolarmente rilevante. Negli anni trascorsi, si legge nell’audizione, la sanità non ha risentito, come altri settori, della flessione dovuta alla crisi, assorbendo oltre il 7,4% Pil. «Nonostante ciò solo poche regioni sono state in grado di mantenere i propri costi all’interno delle risorse assegnate. La consapevolezza della difficoltà di una correzione dal solo lato dei costi è evidente anche nella ripartizione del ruolo dei diversi strumenti prefigurata nella manovra: il 40% della correzione è attesa nel 2014 dalle misure di compartecipazione (circa 2 miliardi che si aggiungono agli 834 milioni di cui non si rinnova la fiscalizzazione e relativi ai ticket sulla specialistica introdotti con la finanziaria per il 2006)».
Uno sforzo particolarmente consistente, ha detto Giampaolino, «se si pensi che attualmente le entrate da compartecipazione (fissate dalle singole regioni nell’ambito della loro autonomia) sono pari a poco più di 4 miliardi. Esso inciderebbe inoltre – ha concluso – in misura diversa sulle realtà locali in ragione della distribuzione territoriale dei cittadini esenti».
Sanita.ilsole24ore.com – 13 luglio 2011