Sei o sette modifiche selezionate su cui compattare tutta la maggioranza. Nonostante le frizioni tra Pdl e Lega e all’interno dei due partiti, la meta per la navigazione della manovra da oltre 45 miliardi, cominciata ieri in commissione al Senato, è già stata individuata.
Resta ora da tracciare la rotta, ovvero l’individuazione dei correttivi da apportare al decreto che il 5 settembre dovrebbe approdare in Aula a Palazzo Madama.
Anche se comincia già a materializzarsi qualche certezza, come le modifiche sui piccoli Comuni e il ripristino del Sistri (il sistema per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi). Probabile anche un intervento per contenere gli effetti della Robin Hood tax. Quanto ai capitoli più caldi, in attesa dell’esito della partita sulle pensioni, prende sempre l’ammorbidimento del contributo di solidarietà (considerato a rischio elusione dai tecnici del Senato: soglia minima più alta, da 90mila a 150mila euro e aggancio al quoziente familiare. Restano gettonati un aumento dell’Iva, limitato ai beni non di largo consumo (per eliminare del tutto la super Irpef), un intervento più massiccio sulle Province, la patrimoniale sui beni di lusso e soprattutto un condono o un nuovo concordato fiscale.
L’ipotesi condono
Maurizio Leo (Pdl) ha già congegnato una proposta, sostenuta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e da altri sindaci, che prevede il ricorso a un concordato di massa su tre annualità da raccordare al concordato preventivo già previsto dalla delega fiscale. Si tratterebbe di una sorta di accertamento con adesione di massa, sulla falsariga di quello già adottate nel primi anni ’90, con l’allineamento agli studi di settore di chi è ancora fuori e facendo leva su una franchigia del 40-50%. Un condono classico agganciato a una stretta sull’evasione (riduzione da 100mila a 50mila euro della soglia sopra la quale scattano le manette per gli evasori e pene più elevate), che garantirebbe 35 milioni, viene invece proposto da altri due esponenti del Pdl: Antonio Mazzocchi e Amedeo Laboccetta. Il condono, che viene visto con favore anche dall’Anci, trova molti proseliti nel Pdl, ma resta la controindicazione della misura una tantum.
Super Irpef e Iva
Il dibattito nel Pdl si concentra sulle alternative al contributo di solidarietà. Oltre alle pensioni, sono tre le opzioni allo studio: aumento dell’Iva dello 0,5-1% con l’esclusione dei beni di largo consumo (ma forse da rimandare alla delega fiscale), condono o concordato fiscale e patrimoniale sui beni di lusso. La scelta sarà comunque rapida anche perché i tempi per l’approvazione della manovra sono stretti: l’obiettivo è garantire al decreto di ricevere entro il 17 settembre anche l’ok della Camera, dove non dovrebbero essere apportati ulteriori ritocchi rispetto a quelli del Senato. Ieri il segretario Angelino Alfano ha avuto nuovi contatti con i frondisti, che lasciano fiducioso il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, e oggi ci sarà un vertice del Pdl per trovare una sintesi. Subito dopo, forse entro la settimana, dovrebbe esserci un vertice Pdl-Lega per l’intesa sugli emendamenti. In caso di mancato accordo, toccherebbe poi a Silvio Berlusconi effettuare un nuovo tentativo con Umberto Bossi, probabilmente lunedì, per strappare un sì sulle pensioni. Proprio lunedì 29 agosto scade il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio, dove ieri il relatore Antonio Azzollini (Pdl) ha avviato i lavori. Previste le audizioni di enti locali e parti sociali e di Istat, Banca d’Italia e Corte dei conti.
I dubbi dei tecnici del Senato
Diverse perplessità sulla manovra vengono espresse nel dossier dai tecnici del Senato, a cominciare dalla possibilità che si trovino «strategie di elusione» del contributo di solidarietà che potrebbero «incidere sul gettito». Gettito che potrebbe diminuire rispetto a quello previsto anche in virtù del fatto che le stime si sono basate sui dati del 2008 e non del 2009. Altri dubbi riguardano le entrate dalla Robin Hood Tax e i risparmi dalla soppressione delle Province e dall’accorpamento dei piccoli Comuni. I tecnici del Senato definiscono poi poco chiari i tagli a ministeri e Pa e invitano il governo a chiarire «la portata di eventuali effetti sul Pil delle misure complessivamente adottate» con la manovra, sia di riduzione del deficit che di sostegno alla crescita».
Ilsole24ore.com – 24 agosto 2011