Scampata per il momento la perdita di oltre 2 miliardi di fatturato, le farmacie private di Federfarma fanno marcia indietro: in attesa di conoscere il testo finale della legge, mettono in soffitta la minaccia di serrata.
Sanno di aver vinto, o almeno di aver perso il meno possibile. Ma le sigle unite della Gdo, le parafarmacie e i “liberi farmacisti” attaccano i privilegi della «casta» dei titolari di farmacia e la «liberalizzazione fasulla» concessa dal Governo. Le liberalizzazioni dimezzate dei farmaci C, come anticipato ieri dal Sole 24-Ore, stanno scatenando un vespaio di polemiche. E le forze politiche sono più che mai spaccate: il Pd chiede di azzerare le modifiche e di tornare al testo originale della manovra, il Pdl non cede di un millimetro, sta con le farmacie.
In questa situazione il Governo si appresta oggi a porre la fiducia sul testo delle commissioni. Dunque, confermando la liberalizzazione dimezzata. Col risultato che eventuali modifiche a questo punto potrebbero arrivare dal Senato (facendo tornare però la manovra in fretta e furia alla Camera alla vigilia di Natale) o, addirittura, essere inserite nel solito decreto mille proroghe di fine anno. Ipotesi tutte da confermare. La battaglia dei farmaci C, quelli fino ad oggi con obbligo di ricetta non rimborsati dal Ssn, è insomma solo rinviata. Anche perché l’emendamento votato dalle commissioni («con un blitz», accusa il Pd ai più alti livelli) rischia di creare non pochi problemi applicativi.
I pasticci non mancano in quel testo. Le farmacie conserveranno l’esclusiva sui farmaci C con ricetta non ripetibile, sugli stupefacenti, su quelli per il sistema endocrino (come la pillola contraccettiva) e su quelli iniettabili. I farmaci con ricetta, in sostanza, non usciranno dalla farmacia. Tutti gli altri medicinali di classe C invece diventeranno senza obbligo di ricetta e saranno vendibili nella Gdo e nelle parafarmacie, ma solo nei comuni con più di 12.500 abitanti. Sarà l’Aifa (Agenzia del farmaco) a indicare entro 120 giorni dal varo della manovra una lista aggiornabile di farmaci con obbligo di prescrizione che non potremo acquistare nei corner della Gdo o nelle parafarmacie.
Una lista che certamente conserverà per molti prodotti l’esclusiva delle farmacie convenzionate col Ssn sui farmaci C: basta pensare agli antibiotici. E che, dunque, continuerà ad assicurare loro gran parte del fatturato attuale di questa classe di medicinali. «Si vanifica un possibile riparmio per le famiglie di almeno 250 milioni», stima la Federdistribuzione (Gdo). Fatto sta che, approvata la manovra salva-Italia, niente cambierà ancora per 4 mesi. Il tempo, appunto, che l’Aifa vari la famosa lista dei farmaci non liberalizzabili. E naturalmente nel frattempo in natalina resteranno anche gli sconti per gli italiani.
Ilsole24ore.com – 15 dicembre 2011