La situazione resta critica, con tagli alla sanità di oltre 7 miliardi nel 2012. “Le Regioni – secondo Errani – diventeranno delle grandi Asl a rischio default”.
“Fortemente negativo” l’esito dell’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra i rappresentati delle Regioni, delle Province e dei Comuni e il Governo, rappresentato dal sottosegretario Gianni Letta e dai ministri Calderoli, Maroni, Fitto e Sacconi. “Le tre manovre (luglio 2010, luglio 2011 e agosto 2011, ndr) pesano in maniera drammaticamente sproporzionata su Regioni ed enti locali” e “dal Governo non abbiamo ricevuto alcuna risposta alle nostre richieste”, ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, incontrando i giornalisti a termine del vertice a Palazzo Chigi.
I numeri, ha spiegato Errani, parlano chiaro: “Lo Stato pesa sul bilancio pubblico complessivo per il 60,5% e i tagli sono del 34,4%, mentre le Regioni, che pesano per il 25,7% sul bilancio pubblico, subiscono tagli del 57,4%, pari complessivamente a circa 60 miliardi”. “Questi tagli – ha aggiunto il presidente della Conferenza delle Regioni – impediscono di garantire i servizi ai cittadini e per questo abbiamo chiesto al Governo di fare analisi reali sulle ricadute della manovra, perché tagliando i servizi si mettono le mani i n tasca ai cittadini e soprattutto alle fasce sociali più deboli”.
Il taglio più forte sarà sul trasporto pubblico locale, tagliato del 75%, tanto che nei prossimi giorni le Regioni porteranno al Governo i contratti effettuati con le ditte che offrono il trasporto pubblico locale “e che non siamo più in grado di onorare”. Ma grande preoccupazione c’è anche per la sanità.”Il Governo deve dire con chiarezza quale sarà l’esito sulla sanità con il taglio di oltre 7 miliardi nel 2012-2013”, ha affermato Errani aggiungendo che, a queste condizioni, “le Regioni diventeranno delle grandi Asl a rischio default”.
Ma a rischio c’è anche l’assetto del Paese. “Con questa manovra – ha dichiarato Errani – il federalismo fiscale è morto e siamo anche ben lontani dai livelli di autonomia che Regioni, Province e Comuni avevano prima dell’avvio del federalismo”.
Per questo Regioni, Province e Comuni – che oggi hanno annunciato la necessità di avere un tavolo unico con il Governo – chiedono “un confronto rapidissimo per stabilire i costi dei diversi livelli istituzionali e un confronto per capire quali servizi garantire e con quali investimenti”.
A sostegno delle posizioni di Errani sono intervenuti in conferenza stampa anche il presidente Anci, Osvaldo Napoli, e il presidente Upi, Giuseppe Castiglione. Intervenuto anche il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni: “Siamo pronti e desiderosi di fare la nostra parte – ha affermato -, ma non possiamo essere carica di un peso insostenibile che diventa poi un peso sulle spalle dei cittadini. Il Governo pesa il 60,5%? Allora si faccia carico del 60,5% dei tagli necessari. Chiediamo pura proporzionalità”. Anche da Formigoni un’amara riflessione sul federalismo: “Oggi è stato seppellito definitivamente. Le Regioni hanno meno autonomia di ieri”.
Quotidanosanita.it – 1 settembre 2011