Delusione da parte delle Regioni per l’incontro con il Governo.
Non sembrano infatti essere state accolte le richieste di emendamento condensate dalle Regioni in un documento definito questa mattina, in cui si chiedevano anche maggiori risorse per la sanità (1.750 milioni in più per il 2013 e 3.500 milioni in più per il 2014) e il finanziamento degli accordi di programma in sanità già esaminati e approvati. Errani: “Si deve andare ad un nuovo Patto per la Salute per il 2013-2014, ma non si può farlo partendo da decisioni unilaterali”.
Le Regioni si sono presentate all’incontro sulla manovra economica tra Governo e Enti locali, con un documento chiuso solo pochi minuti prima. Gli emendamenti richiesti sono diventati otto, con l’aggiunta di uno riguardante le Regioni a statuto speciale. Al primo punto una richiesta di incremento per i fondi assegnati al fabbisogno sanitario nazionale: 1.750 milioni in più per il 2013 e 3.500 milioni in più per il 2014. Una parziale copertura dei tagli alla sanità previsti dalla manovra che, come ha dichiarato Vasco Errani, dovrebbero ammontare a oltre 7 miliardi. Un taglio che, secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, “porterà tutte le Regioni a dover fare piani di rientro e metterà in discussione i livelli essenziali di assistenza”. Per non variare i saldi complessivi, le Regioni suggeriscono di recuperare questi fondi dall’evasione fiscale e da maggiori risparmi nelle spese dei ministeri.
Il documento contiene poi altre richieste e alcune proposte, tra cui quella di procedere al finanziamento degli accordi di programma in sanità già esaminati e approvati.
Ma l’incontro al ministero dell’Economia sembra aver prodotto nell’immediato un solo risultato, ovvero la cancellazione del taglio di un miliardo inizialmente previsto per il fondo di riequilibrio per il federalismo fiscale. Una decisione insufficiente, secondo Errani, visto che comunque sulle Regioni gravano il 47% dei tagli previsti. “Con questa manovra è definitivamente chiaro che il federalismo fiscale non è attuabile” ha detto Errani ai giornalisti al termine dell’incontro, chiedendo che si proceda quindi ad una verifica della legge 42 e dei relativi decreti attuativi.
Oltre a questo, Errani chiede che si chiariscano le conseguenze e le responsabilità della manovra. Le Regioni’ “non saranno in grado di svolgere le loro funzioni”, ha detto Errani, e per questo occorre chiarire “quali sono le reali conseguenze della manovra sui servizi erogati ai cittadini e
alle imprese. Non ci stiamo al gioco del cerino, al fatto che questa responsabilità venga scaricata su noi”. “Ci troveremo nel ruolo di curatori fallimentari – ha rincarato Nichi Vendola che affiancava Errani nell’incontro con i giornalisti – responsabili di enti che non potranno più trasferire servizi sociali necessari ai cittadini”. “Questa manovra – ha concluso Vendola – rischia di essere una medicina che uccide l’ammalato”.
Dunque, pur avendo raccolto l’invito del presidente Napolitano alla responsabilità, le Regioni restano fortemente critiche sull’impianto della manovra. E sono almeno tre i Tavoli che si dovranno aprire subito dopo la sua approvazione: uno sul Patto di stabilità, per il quale Tremonti si è impegnato ad una convocazione “al più presto”, uno sul federalismo fiscale e, infine, quello per preparare il nuovo Patto per la salute 2013-2014. “Ma un Patto è un Patto e deve essere tra contraenti alla pari – ha detto ancora Errani – non si può fare quando uno dei due ha già deciso tutto”.
Quotidianosanita.it – 13 luglio 2011