Il Sole 24 Ore. Alla fine, a bocce ferme, il governo ha messo in campo 3,5 miliardi per alleggerire l’impatto dei rincari di luce e gas, la cui entità è stata ufficializzata ieri dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (si veda altro articolo in pagina). Con un mix di risorse in parte recuperate dalle aste della CO2 (come già accaduto in occasione del precedente aggiornamento trimestrale) e, per la fetta principale, dai fondi avanzati per via del tiraggio ridotto di altre misure predisposte dall’esecutivo nel pieno dell’emergenza pandemica.
A far luce definitivamente sulle coperture del decreto varato la scorsa settimana e pubblicato lunedì in Gazzetta ufficiale, è la relazione tecnica al provvedimento ora assegnato al Senato per il consueto iter parlamentare. Nel dettaglio, oltre ai 700 milioni assicurati dalle aste CO2, altrettanti arriveranno dai residui del credito d’imposta per l’adeguamento dei luoghi di lavoro alle regole anti-contagio. La tranche più consistente, invece, pari a 1,7 miliardi, proviene dai ristori a fondo perduto avanzati e non erogati alle partite Iva. Ulteriori 129,4 milioni saranno poi resi disponibili con la riduzione del Fondo emergenze della Protezione civile, mentre 300 milioni derivano dal Fondo innovazioni e biomasse gestito dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea) e alimentato dalle bollette.
Più rivoli, insomma, per sostenere il pacchetto di misure approvato la scorsa settimana che ha messo in pista una sforbiciata decisa sugli oneri di sistema per tutti gli utenti, il taglio dell’Iva al 5% per le sole bollette del gas e un potenziamento del bonus sociale per i consumatori in difficoltà al fine di sterilizzare l’impatto degli ultimi aumenti. Con il risultato che, questa volta, come a luglio, il grosso delle risorse necessario ad alimentare gli oneri del sistema energetico è arrivato all’Arera, via Csea, in sostanza il suo “portafoglio”, non dalle bollette e dalla riscossione operata dai venditori di luce e gas ma da un decreto governativo. Un provvedimento predisposto tenendo conto delle considerazioni tecniche che, in questi mesi, l’Autorità presieduta da Stefano Besseghini ha formulato in memorie, documenti e audizioni parlamentari.
La relazione tecnica getta poi luce sul percorso individuato dai tecnici per arrivare a definire le coperture del decreto: oltre agli 1,2 miliardi per ripartire dallo stesso livello di oneri di luglio per la bolletta elettrica (andando a sostenere, nello specifico, la componente Asos destinata principalmente a finanziare lo sviluppo delle rinnovabili), saranno poi trasferiti 800 milioni alla Csea per annullare, nell’ultimo trimestre, le aliquote relative agli stessi oneri per le utenze domestiche (29,5 milioni) e per le piccole imprese (6 milioni circa) con potenza fino a 16,5 kilowatt. Un livello al quale si giunge, si legge nel documento, considerando il gettito assicurato da queste componenti nel terzo trimestre (470 milioni per i domestici e 330 milioni per i non domestici).
Quanto al gas, anche in questo caso i dati storici hanno consentito di modulare l’entità delle coperture a sostegno del taglio dell’Iva al 5%: la perdita di gettito è stata complessivamente quantificata nella relazione tecnica in 608,4 milioni, di cui 574,7 milioni per tutti gli usi civili (famiglie in primis) e 33,7 milioni per quelli industriali (l’incasso, in questo caso, è ridotto perché la maggioranza delle imprese può detrarre l’Iva sugli acquisti). All’intervento sull’Iva, si affiancano poi i 480 milioni che serviranno a ridurre, nell’ultimo trimestre, anche le aliquote sugli oneri gas.
L’ultimo filone riguarda il potenziamento del bonus sociale: per gli oltre 3 milioni di nuclei che beneficiano dello sconto nella bolletta della luce e i 2,5 milioni del bonus gas – platee in parte sovrapponibili -, gli incrementi tariffari saranno in pratica azzerati.