Una clausola di salvaguardia, per impedire la coltivazione di Ogm in Italia. E’ l’idea annunciata dal Ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano.
”Al punto in cui siamo giunti dopo la sentenza del Tar del Lazio, che complica ulteriormente il quadro nel quale ci siamo mossi finora in tema di Ogm, mi avvarrò della facoltà di chiedere l’applicazione della clausola di salvaguardia – ha spiegato il titolare del dicastero di via XX Settembre -. Ho già dato mandato ai miei uffici di compiere tutti i passi necessari in sede comunitaria per ottenere il provvedimento che impedirebbe la coltivazione di Ogm sul territorio nazionale”.
Lo scorso 22 giugno il Tar del Lazio ha annullato il decreto del marzo 2010 con cui l’allora Ministro delle Politiche agricole Luca Zaia aveva vietato di coltivare sementi Ogm in Italia. Il pronunciamento del Tribunale amministrativo è arrivato in realtà fuori tempo massimo, con le Regioni che hanno già deciso all’unanimità di chiedere al Ministero delle Politiche Agricole la clausola di salvaguardia per impedire le coltivazioni di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio, come hanno già fatto altri Paesi dell’Unione Europea.
In attesa che venga definito il nuovo quadro comunitario in materia, c’è da ricordare che nell’ottobre scorso la Conferenza delle Regioni aveva scelto all’unanimità di fermare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) in Italia con l’invito ad esercitare la clausola di salvaguardia per vietare sul territorio nazionale la semina e la produzione della patata Amflora e del mais Mon810.
Ugualmente, con voto unanime i Presidenti delle Regioni avevano anche respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche, in attesa della nuova normativa comunitaria. Con la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia l’Italia si è unita al numero crescente di Paesi europei come Austria, Ungheria, Lussemburgo, Grecia, Francia e Germania che hanno già vietato il mais MON 810 mentre con il medesimo mezzo giuridico per ora l’Austria, l’Ungheria ed il Lussemburgo hanno chiuso la strada alla patata Amflora.
Secondo Coldiretti, gli organismi geneticamente modificati spingono verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. La scelta di non utilizzare Ogm non è quindi il frutto di un approccio ideologico, ma riguarda una precisa posizione economica per il futuro di una agricoltura che vuole mantenere saldo il rapporto con i consumatori.
Cresce infatti in Europa l’opposizione al biotech nel piatto con una netta maggioranza del 61 per cento, in aumento rispetto al 57 per cento del 2005, che è molto contraria ai cibi geneticamente modificati, sulla base del nuovo sondaggio Eurobarometro sulle scienze della vita e le biotecnologie.
“Il futuro della nostra agricoltura – sottolinea la Coldiretti – sarà nell’essere diversi e migliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili. Il problema è non farsi copiare le nostre eccellenze e non replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato”.
Ilpuntocoldiretti.it – 27 giugno 2011