Il via libero definito al disegno di legge di Stabilità 2016 e al disegno di legge di Bilancio dovrebbe arrivare oggi dall’Aula del Senato con un voto di fiducia. Questo lo schema previsto da Governo e maggioranza dopo la discussione di ieri in Commissione Bilancio, dove in serata sono stati respinti gli oltre 800 emendamenti presentati.
Ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è tornato a difendere a spada tratta la manovra che, vista la decisione assunta di utilizzare subito i margini connessi alla clausola migranti, aumenta di 3,1 miliardi la portata degli interventi sul fronte della spesa (2,6 sul saldo netto da finanziare) portando al 2,4% l’indebitamento netto programmato per l’anno venturo. Renzi ha respinto le accuse di chi, come il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, ma anche i Cinque stelle, ha parlato di eccesso di bonus. Altro che «marchette», è la risposta: le misure volute dal governo e modificate dal Parlamento rappresentano un «disegno organico» e per la prima volta le «tasse scendono» e gli investimenti «salgono», ha scritto il premier nella sua e-news. Intanto si lavora al Consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi mercoledì per l’approvazione del Dl milleproroghe e, forse, di una serie di decreti attuativi della riforma della Pa. Ma su questo capitolo potrebbe arrivare un rinvio.
Tornando all’iter del Senato della Stabilità e del Bilancio dello Stato, ieri sulle modifiche introdotte in seconda lettura alla Camera sono arrivati i rilievi dei tecnici del Servizio bilancio. Le amministrazioni comunali che hanno deliberato in ritardo l’aumento delle aliquote Imu-Tasi potrebbero, secondo l’analisi, subire una richiesta di rimborsi da parte dei contribuenti. Dalla manovra, durante il passaggio alla Camera, è stata in effetti cancellata la misura che sanciva una sanatoria per le delibere comunali arrivate fuori tempo massimo. Gli aumenti delle aliquote sono così stati azzerati, ma solo dopo il pagamento del saldo da parte dei cittadini il 16 dicembre scorso, che dunque potrebbero aver versato più del dovuto. Dubbi anche per la riduzione del 50% dell’Imu per le case date in comodato ai parenti: si tratta di una norma che potrebbe «dar luogo a minor gettito, introducendo una agevolazione non prevista. In relazione alla quantificazione degli oneri indicati appaiono opportune – si legge nel dossier – informazioni a chiarimento della stima».
L’analisi degli esperti evidenzia anche la necessità di alcuni chiarimenti sulla riduzione Imu per le case in comodato e le norme sulle banche. In quest’ultimo caso sarebbe necessario un “chiarimento” circa gli effetti fiscali conseguenti alle anticipazioni fornite dagli istituti di credito per alimentare il Fondo di solidarietà per gli obbligazionisti subordinati. Trattandosi di importi rilevanti – viene sottolineato – l’impatto sui bilanci degli istituti di credito finanziatori potrebbe «riverberarsi negativamente sul gettito tributario riveniente da tali soggetti».
E proprio il capitolo banche sarebbe oggetto di un pressing da parte di alcuni parlamentari vicini al premier: l’obiettivo sarebbe quello di rafforzare il fondo di solidarietà sfruttando o il treno del milleproroghe o del decreto “Happy days”. Ma, si potrebbe anche decidere di attendere un po’ di tempo per tradurre questa intenzione in norma.
Davide Colombo – Il Sole 24 Ore – 22 dicembre 2015