Sono ore di lavoro serrato quelle dei carabinieri della compagnia di Este e dei colleghi del Ros, impegnati a cercare gli autori del rogo che sabato notte ha mandato in cenere quindici camion nel cortile della Mangimi Veronesi a Ospedaletto Euganeo.
Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso le sagome di alcune persone con il volto coperto che alle tre di notte hanno oltrepassato la recinzione della ditta e hanno sparso benzina accanto alle ruote dei camion già carichi di mangimi pronti per la consegna. I tre dopo aver versato la benzina contenuta in una decina di bottiglie di plastica (trovate sul luogo) hanno appiccato il fuoco dando il via al rogo. Resta il fatto che quelle riprese dalle telecamere di sorveglianza sono soltanto sagome nere e per giunta con il volto coperto da un passamontagna in una zona nemmeno poi così ben illuminata. Il rischio è che alla fine le registrazioni delle telecamere non siano così utili al lavoro di indagine degli investigatori. I militari hanno quindi iniziato anche la ricerca dei cellulari che a quell’ora di notte hanno agganciato la cella telefonica di via VI Novembre, sempre a Ospedaletto. Dai numeri di telefono non sarà complesso risalire ai proprietari e questo potrebbe diventare l’elemento chiave per svelare l’identità degli attentatori. Pur essendo un’area densamente popolata a quell’ora di notte sono pochi i cellulari accesi e quindi il numero di persone da contattare non sarà così grande.
I carabinieri stanno anche predisponendo una dettagliata informativa che verrà depositata a giorni sul tavolo della procura di Rovigo che indaga per competenza territoriale. Per non escludere nessuna possibilità restano in piedi le due piste dell’attentato messo in atto dai terroristi ambientali anti-ogm e quella della vendetta nei confronti dei padroncini che si sono accaparrati il lavoro per la Mangimi Veronesi forse a scapito di altri. In realtà è a quest’ultima che i militari stanno dando sempre maggiore attenzione. Sono infatti tre le aziende che si occupavano del trasporto per conto della Mangimi Veronesi: Trasporti Romagna (Malo, Vicenza), Turra Trasporti (Este, Padova) e Sila Autotrasporto (Nanto, Vicenza). Ma se si considera che sia Turra che Sila lavorano alle dipendenze della Trasporti Romagna e che proprio quest’ultima conta il maggior numero di camion bruciati (10 su 15 per un totale di circa 1,5 milioni di euro di danni) si comprende che forse poteva essere proprio la Trasporti Romagna l’obiettivo dell’attacco incendiario. A maggior ragione se si conta che il danno per l’azienda riguarda solo il contenuto dei camion e una parete dello stabilimento, annerita dal fuoco e forse da riparare. In totale di parla di oltre 4 milioni di euro di danni: la ditta di mangimi ha subito danneggiamenti alla struttura della fabbrica di stoccaggio e ha perso 300 tonnellate di mangimi, mentre i trasportatori hanno riportato danni a quindici mezzi (oltre ai dieci della Trasporti Romagna, cinque, per circa 750 mila euro di danni, erano di proprietà della Turra Trasporti). Per questo i carabinieri hanno iniziato a intensificare i controlli nell’ambiente degli autotrasportatori e i titolari delle aziende di trasporti sono stati risentiti dai carabinieri anche ieri ma per il momento non sembra essere emerso niente. «E’ una cosa che stupisce anche noi – ha spiegato Massimo Cognolato, Filt Cgil – la Romagna non ha avuto grossi problemi sindacali, non ci sono stati tagli né vertenze. Anzi, l’azienda è cresciuta tantissimo e ha assunto del personale». Secondo i sindacati è comunque praticamente certo che quella scritta contro gli Ogm comparsa sulla parete esterna della Mangimi Veronesi la notte dell’incendio sia un tentativo di depistaggio. «Sembra evidente che la scritta contro gli ogm è stata fatta solo per depistare – ha continuato il sindacalista – qualcuno ce l’ha direttamente con le società di trasporti. Forse qualche invidia o qualche screzio dovuto alla concorrenza che in questo settore è sempre più dura. Comunque solo i carabinieri potranno stabilire questo».
Riccardo Bastianello – Il Corriere del Veneto – 15 luglio 2015