L’Ulss 5 Polesana ha sospeso gli effetti dell’informativa del 15 febbraio scorso con cui aveva comunicato ai dirigenti sanitari la sospensione dell’erogazione delle somme che ogni mese i dipendenti percepiscono come acconto della retribuzione annuale di risultato. La decisione dell’azienda sanitaria è arrivata ieri, 1° marzo, con una nota indirizzata alle organizzazioni sindacali in cui si prende atto “delle richieste di approfondimento e del comportamento non omogeneo delle aziende sanitarie della regione” e si annuncia la convocazione a breve di un confronto tra le parti. La pausa di riflessione dell’Ulss di Rovigo segna un ulteriore sviluppo nella variegata vicenda che sta interessando anche altre aziende sanitarie le quali, facendosi forza di due interpretazioni Aran, hanno deciso la corresponsione dell’intero importo del salario di risultato solo l’anno successivo a saldo, ritardandone quindi l’erogazione ad un tempo indefinito. Tale decisione, assunta in modo unilaterale, disapplica nei fatti gli accordi decentrati tuttora in vigore.
Peraltro i pareri Aran, fanno notare i sindacati, non sono (per stessa definizione dell’Aran) vincolanti per le pubbliche amministrazioni, assumono solo il contenuto di un orientamento di parte datoriale, e non rappresentano norma di legge o contrattuale. Le aziende sanitarie del Veneto hanno assunto in queste settimane atteggiamenti variabili nel “recepimento” delle interpretazioni Aran, creando una situazione applicativa a macchia di leopardo.
La nota di ieri dell’Ulss 5 segue la diffida dell’Intersindacale aziendale e la decisione di disertare l’incontro del 1° marzo con l’amministrazione. Le organizzazioni sindacali avevano condannato l’atto unilaterale di non erogare l’anticipo del 50% dell’indennità di risultato, in violazione da quanto disposto con le parti sociali nell’accordo aziendale del 30 novembre 2022, ancora in vigore, come un chiaro “atto antisindacale” assunto senza alcun confronto e comunicazione ai rappresentanti sindacali. Ne avevano chiesto l’immediato ritiro e il conseguente ripristino dell’anticipazione. Da qui lo stop di ieri.
Pausa che può rappresentare un segnale importante e un invito anche alle altre Ulss a riconsiderare la questione. Per parte sua la Federazione veterinari e medici del Veneto auspica un confronto a tutti i livelli, compreso quello regionale, che faccia chiarezza ed eviti una penalizzazione intempestiva e immotivata per i dipendenti. Tra l’altro in un contesto problematico e di grave ritardo in cui si deve ancora chiudere nelle aziende la fase contrattuale decentrata.