Via libera al piano che definisce i criteri per le assunzioni dei medici in Veneto. Il documento e stato sottoscritto dalla Regione e dai sindacati lo scorso 12 dicembre e dovrà ora essere attuato dalle singole aziende sanitarie. Si tratta di un atto tanto atteso quanto necessario per poter far fronte a quella che si profila come una vera e propria emergenza sanitaria.
Ottocento medici ospedalieri, infatti, andranno in pensione in Veneto nei prossimi 10 anni, con un picco di uscite nei primi cinque. Attualmente la dotazione è di 8.300 persone a fronte di un organico previsto di 8.500. Per la sanità – regionale ma anche nazionale (che perde complessivamente 20 mila specialisti) – si prospettava il tracollo. Tanto più che con il recepimento delle norme europee sono vietati i turni infiniti a cui i medici erano abituati. Il ministero dell’Economia, consapevole del problema, ha dato il via libera a nuove assunzioni, ma soltanto se “certificate” dall’effettivo fabbisogno. Insomma per assumere, le aziende sanitarie dovevano dimostrare di averne necessità e questo in base a un metodo oggettivo individuato. Ed è stato proprio per definire tali criteri che si è tenuta una conferenza Stato-Regioni che ha individuato nel “minutaggio” (il tempo da dedicare a ciascun paziente) e nella remunerazione delle prestazioni fornite, gli elementi da considerare per calcolare il fabbisogno. Metodo che però gran parte dei medici ha bocciato in quanto ritenuto fuorviante rispetto alle effettive necessità in corsia. La Regione ha scelto di ascoltare i camici bianchi e ha seguito una strada diversa rispetto al resto d’Italia varando un modello pilota. «Occorre valutare il fabbisogno partendo dalla situazione a monte, dai livelli organizzativi: solo così si stabilisce il minimo di personale necessario», spiega Giuseppe Montante, vicesegretario nazionale Anaao che valuta positivamente la soluzione veneta. «In pratica il numero di medici da inserire verrà calcolato facendo riferimento a un intreccio di parametri che considerano, tra l’altro, la caratteristica della struttura, se hub o piccolo ospedale di territorio, e i carichi di lavoro», sottolinea il segretario regionale Anaao Adriano Benazzato. I primi conteggi sono stati fatti per l’area dell’emergenza: i Pronto Soccorso, il Suem, le Rianimazioni. Oltre un centinaio i medici che il Veneto dovrà arruolare.
LA NUOVA VENEZIA – Sabato, 31 dicembre 2016