Relativamente a quanto riportato dagli organi di informazione (Televisivi, internet) su un episodio di abbattimento di maiali in allevamento con metodi non consentiti da parte di personale addetto alla gestione degli animali in allevamento si precisa quanto segue.
Il Reg.(CE) 1099/2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento disciplina le modalità a cui devono attenersi gli allevatori nel caso in cui, per evitare ulteriori sofferenze, è necessario ricorre all’abbattimento in azienda degli animali feriti o non idonei al trasporto presso una struttura di macellazione.
Nello specifico il personale deve essere preventivamente formato e in possesso del certificato di idoneità per svolgere tali mansioni.
Il responsabile dell’allevamento deve garantire che le procedure scritte siano sempre a disposizione del personale addetto alla gestione degli animali oltre alla disponibilità di idonea strumentazione (pistola a proiettile captivo, coltello ecc.). Le procedure operative sono contenute nelle linee-guida e nel manuale operativo redatto e divulgato dal Ministero della salute in collaborazione con il Centro di referenza nazionale (CreNBA) presso l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
Nello specifico il personale deve essere formato e in possesso del certificato di idoneità per poter svolgere tali mansioni. Durante lo stordimento e l’abbattimento devono essere risparmiati agli animali dolori, ansia o sofferenze evitabili. Inoltre, per i soggetti adulti si deve fare ricorso allo stordimento mediante pistola a proiettile captivo e successivamente alla loro iugulazione che porterà a morte l’animale riducendo al minimo l’ansia e la sofferenza degli animali.
Secondo le disposizioni comunitarie per i soggetti di peso inferiore ai 5 kg è comunque ammesso un colpo di percussione alla testa che comunque deve essere praticato da personale di provata esperienza.
Oltre le immagini molto forti che evidenziano l’uso di pungoli, scivolamenti e manipolazioni inopportune degli animali anche attraverso l’audio si apprezzano vocalizzazioni strazianti che dimostrano chiaramente oltre l’insensibilità degli operatori insufficiente formazione degli stessi a trattare gli animali secondo i principi etologici e fisiologici della specie.
Le immagini trasmesse documentano una condizione penalmente rilevante di cui agli articoli 544-bis (uccisione di animali) e 544-ter (maltrattamento di animali), oltre alla non osservanza delle disposizioni previste dal d.lgs. 122/2011 (atto di recepimento della direttiva 2008/120/CE) con irrogazione delle sanzioni amministrative.
Di norma la vigilanza e la verifica della osservanza delle disposizione di legge spetta ai Servizi veterinari competenti per territorio della Azienda sanitaria locale.
Nel caso specifico, la Direzione Generale della Sanità animale si è attivata per acquisire ogni ulteriore utile informazione al fine di segnalare all’autorità giudiziaria comportamenti così gravi che danneggiano l’immagine della suinicoltura italiana. Il Ministero della salute con le Regioni e le Province Autonome ha già iniziato a lavorare per la classificazione degli allevamenti secondo i più rigorosi parametri di salute e benessere animale rispetto a quelli dettati dalla normativa nazionale e comunitaria.
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