Zaia: «Ormai siamo in ginocchio». ?La Prestigiacomo in pressing: «Adesso aprire il capitolo risorse»
Il Veneto grida aiuto. La pioggia si è spostata al Sud e ha lasciato il posto a un pallido sole, ma non ci sono urla di vittoria nella terra del “modello” economico che ha fatto storia. C’è la conta dei tributi umani, con due vittime e un disperso. Ci sono i danni per decine e decine di milioni di euro, le famiglie che aspettano ancora l’elettricità nelle abitazioni, le strade invase ancora dall’acqua e ettari di terreno agricolo che sembrano piscine.
«Siamo in ginocchio e dobbiamo farlo sapere» dice senza giri di parole il governatore Luca Zaia per sintetizzare il quadro regionale e quasi a fargli eco, su un piano nazionale, il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo parla dei fondi contro il dissesto idrogeologico programmati un anno fa in finanziaria e dice che è ora di aprire il capitolo risorse per dare attuazione di fatto al piano. Un richiamo forte, come è forte il tono della lettera inviata da Zaia al premier Silvio Berlusconi: «Chiedo al Consiglio dei Ministri un intervento immediato, che riconosca compiutamente la situazione di crisi che si è determinata in Veneto, decidendo uno stanziamente straordinario per aiutare l’economia veneta a risollevarsi».
Zaia plaude all’impegno di tutte le forze scese in campo per i soccorsi; ma non basta, come non basteranno – spiega – nemmeno «le ordinarie risorse che, in conseguenza dello stato di emeregenza, il governo stanzierà, come di consueto». A Vicenza, Caldogno, Monteforte D’Alpone, e negli altri oltre cento comuni veneti colpiti, l’opera per tornare alla normalità è in moto. A dare una mano, nella città berica, ci sono anche decine di volontari, di normali cittadini, che hanno accolto l’invito lanciato dal sindaco Achille Variati ad armarsi di stivali e vanghe per rimuovere la coltre di fango lasciata dall’acqua. Nel tardo pomeriggio è stata riaperta la A4 tra Verona e Vicenza e la Regione non è più tagliata in due. Il livello dei fiumi intanto scende ovunque, anche se nel padovano ci sono problemi per alcuni canali. Uno è esondato e ci sono 800 sfollati a Ronchi di Casalserugo. Più a sud, a cavallo tra rodigino ed Emilia Romagna, invece, si guarda con un certo timore alla piena del Po. In un giorno, secondo la Coldiretti, il livello idrometrico è cresciuto di due metri.
La protezione civile emiliana, intanto, ha attivato la fase di preallarme per una decina di comuni, tra cui Rovigo e Ferrara. Come da previsioni, il maltempo, intanto, dopo aver lasciato dure ferite al nord – dalla Liguria al Friuli – è andato a colpire dalla serata di ieri le regioni meridionali. A farne le spese soprattutto la viabilità in Calabria, specie nel reggino e vibonese. La Provincia di Reggio Calabria ha istituito un’unità di crisi per fronteggiare i danni. Problemi anche in Sicilia, con strade e case a Mazzara del Vallo (Trapani) allagate stamani da un nubifragio. In Basilicata una frana ha portato alla sospensione della circolazione ferroviaria tra Ferrandina e Salandra (Matera).
fonte: lastampa.it
3 novembre 2010