Continuano le perturbazioni meteorologiche sul Vicentino. Per domani gli esperti prevedono un nuovo lieve peggioramento destinato a protrarsi anche mercoledì. Solo da giovedì è atteso un sensibile miglioramento. Intanto, a fronte delle attuali necessità operative legate specialmente alla potabilità delle acque (acquedotti pubblici e pozzi privati), al pericolo di insorgenza di malattie infettive (leptospirosi, tetano e altre), al rischio di abbandono sul territorio di carcasse di animali morti, il Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 6 ha invitato i direttori dei servizi, i loro vicari e i direttori delle unità operative semplici (e, per mezzo loro, il restante personale) a rendersi costantemente rintracciabili per via telefonica per intervenire nei casi di emergenza.
Intanto arriva la solidarietà concreta delle Regioni Abruzzo, Piemonte e Friuli Venezia Giulia all’agricoltura veneta, duramente provata dall’alluvione con migliaia di ettari sommersi dalle acque.
Vicenza, grandina sui terreni alluvionati
Gazzettino.it (8 novembre) – Una grandinata fuori stagione si è abbattuta questo pomeriggio su diverse zone del Vicentino, messe in ginocchio dall’alluvione della scorsa settimana. A Montecchio Maggiore, nella zona Ponte Guà, gli abitanti hanno anche segnalato, nel corso di un temporale, un furioso vortice di vento del tutto simile ad una piccola tromba d’aria. I temporali si sono scatenati sul Vicentino a metà pomeriggio, provocati da una massa di aria secca in arrivo da ovest che si è scontrata con l’aria umida preesistente, che le schiarite del mattino avevano fatto salire verso l’alto. Il risultato sono state diffuse grandinate fuori stagione e appunto l’evento vorticoso di Montecchio.
Da ieri sera piove su ampie zone del Friuli Venezia Giulia, ma la situazione – ha fatto sapere la Protezione civile – è sotto controllo. Questa ondata di maltempo ha colpito in particolare il Friuli orientale, da Grado (Gorizia) al Manzanese e al Cormonese. Tanti gli interventi dei Vigili del fuoco per allagamenti di scantinati e altri disagi. I principali corsi d’acqua della zona – il Vipacco, il Torre e l’Isonzo – sono in piena, ma il livello delle loro acque è sotto i limiti di guardia.
«Ora siamo concentrati su quello che potrà accadere domani – ha detto il direttore della Protezione civile, Guglielmo Berlasso – quando sulla regione arriverà un’altra ondata di maltempo». Solo una settimana fa il Pordenonese è stato investito da forti piogge che hanno allagato ampie zone, da Pordenone e Sacile fino alla Valcellina che è rimasta isolata per due giorni per lo straripamento del torrente Varma.
Una task-force di 24 uomini dell’Esercito è impegnata da questa mattina nel pressi del monte Rotolon, nel comune di Recoaro Terme (Vicenza), dove una frana di vaste proporzioni si sta muovendo, mettendo a rischio contrade e frazioni collocate a fondo valle. La squadra è formata da una parte dei militari che sino a ieri è stata impegnata, dopo l’alluvione che ha colpito il Vicentino, negli interventi di salvataggio e di emergenza e successivamente nella pulizia delle strade e nello smassamento di rifiuti da case, scantinati e garage allagati. La presenza dei militari dell’Esercito nell’alto vicentino è sicura sino a mercoledì, ma non è escluso che possa essere allungata sino a fine settimana in base alle necessità.
Ancora tutti all’opera, addetti ai lavori e volontari, per cercare di restituire una vita normale a città e paesi colpiti – specie nel Padovano – dalla furia dell’acqua. Restano chiuse numerose aziende, specie le medio-piccole, perché inagibili o con macchinari distrutti dall’acqua e fango.
Le 35 aziende artigianali di Bovolenta di fatto non ci sono più: se l’è mangiate l’ondata di acqua e fango che ha invaso il paesino da 35mila abitanti del Padovano lasciando in eredità 23 milioni di euro di danni. Lo dice all’Ansa Vittorio Meneghello, sindaco di Bovolenta, mentre sta coordinando gli interventi volti ancora ad entrare nelle centinaia di abitazioni da una settimana invase da acqua e fango. Bovolenta è una delle realtà più colpite in Veneto dall’alluvione. «Siamo entrati – rileva Meneghello – solo in alcune case, quelle più alte. Speriamo entro la prossima notte di entrare anche in tutte le altre, ancora sotto un metro e mezzo d’acqua, per cominciare a rimuovere quanto è andato distrutto e ripulire dal fango». Il sindaco sottolinea: «Purtroppo Bovolenta è all’incrocio di una serie di canali che formano una sorta di saccatura in caso di rottura degli argini, come è avvenuto, e quindi l’acqua si riversa sull’abitato. Non c’è nessuna via di deflusso e l’unica nostra salvezza è affidata alle idrovore». Meneghello ha convocato per giovedì prossimo un consiglio comunale straordinario «per dirottare – dice – l’avanzo di cassa di 80 milioni in aiuti in attesa dell’intervento del governo».
Lutto cittadino, oggi, a Caldogno (Vicenza) in occasione dei funerali di Giuseppe Spigolon, 75 anni, una delle due vittime dell’alluvione, trovato senza vita nella cantina della sua abitazione invasa da due metri d’acqua.
Abruzzo, Friuli e Piemonte rispondono all’appello dell’agricoltura veneta
Regione Veneto (8 novembre) – E’ stata immediata la solidarietà di Regioni e agricoltori italiani all’appello lanciato ieri pomeriggio dall’assessore del Veneto Franco Manzato a nome degli imprenditori agricoli della sua regione, messi in ginocchio dalla catastrofe meteorologica che si è abbattuta sul migliaia di ettari di territorio.
Oggi, nel corso dell’incontro svoltosi nel Municipio di Ospedaletto Euganeo, in provincia di Padova, tra lo stesso Manzato affiancato dal presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato con gli enti locali e il mondo rurale di Verona, Vicenza, Padova e Treviso, ha telefonato personalmente il presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, che ha espresso la volontà di attivare iniziative concrete per i veneti, che ha ringraziato per l’aiuto prestato nel post terremoto, annunciando una riunione straordinaria del Consiglio regionale abruzzese.
L’assessore all’agricoltura del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino si è messo a disposizione soprattutto per quanto riguarda il gravissimo problema dello smaltimento delle carcasse degli animali morti e del materiale portato sui campi dalle acque in piena. Mentre l’acqua defluisce lentamente, pur sotto una pioggia battente, emerge infatti una situazione tragica, con carogne e rifiuti di ogni genere sparsi ovunque.
Anche il Piemonte si è messo a disposizione, come Regione e come mondo agricolo, per dare un supporto efficace alla necessaria ripresa che in Veneto gli agricoltori cercano e perseguono, magari con le lacrime agli occhi, i muscoli indolenziti, un po’ di rabbia, ma senza disperazione. Dal canto suo la Coldiretti nazionale ha già messo in movimento la propria organizzazione per fornire il sostegno del quale gli agricoltori veneti hanno in questo momento più bisogno: non elemosine ma braccia e strumenti per affrettare i tempi della normalità, cui si aggiungeranno gli interventi regionali e nazionali per alleggerire la fiscalità e supportare il credito, la ricomposizione delle scorte, il ripristino delle strutture e il ristoro dei danni.