L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si difende dall’accusa di aver ricevuto finanziamenti da parte dell’industria alimentare per la lotta contro le malattie non trasmissibili.
L’agenzia di stampa Reuters aveva avviato un’inchiesta dopo l’articolo apparso sulla rivista Mother Jones dal titolo “Is the Junk Food Industry buyng the WHO?”.
E l’indagine avrebbe rilevato e identificato un allto funzionario della Coca Cola all’interno del Consiglio direttivo dell’Organizzazione Panamericana della sanità (Paho). Non solo, altre multinazionali come Nestlé, Unilever, Ben and Jerry’s avrebbero fatto considerevoli donazioni a questa sezione dell’OMS.
Nell’articolo si legge che l’interesse da parte dell’organizzazione mondiale della sanità per quello che viene definito “partenariato con l’industria” dipenderebbe dal momento di congiuntura economica. Gli effetti della crisi economica globale si sono abbattuti anche sull’OMS che, ha causa della riduzione dei fondi a disposizione deve tagliare del 12% il bilancio complessivo per il 2012-13. Secondo la Reuters oggi solo il 6% del bilancio viene destinato alla lotta delle malattie legate alla cattiva alimentazione, che sono la causa del 63% delle morti premature nel mondo. Ma il “partenariato con l’industria” di cui sarebbe accusata la Pan American Health Organization non sarebbe da intendersi unicamente come mera accettazione di finanziamenti da parte dell’industria alimentare, ma anche come influenza nelle scelte politiche. In sostanza nell’adozione di una policy non “belligerante” o quanto meno neutrale nei confronti dell’industria.
Margaret Chan, Direttore generale dell’OMS definisce prive di fondamento le accuse rivolte dal Mother Jones alla Organizzazione Panamericana della Sanità. “ Quando l’OMS lavora con il settore privato vengono adottate tutte le misure possibili per garantire l’integrità del proprio lavoro e per sviluppare politiche e linee guida protette dall’influenza dell’industria” ha voluto sottolineare.
La Chan ha voluto poi precisare che “l’Oms non accetta finanziamenti dai produttori di alimenti e bevande per l’attività di prevenzione e controllo delle malattie croniche. Nessun fondo può essere chiesto o accettato da quelle aziende che hanno un interesse commerciale diretto nel risultato per il quale vorrebbero contribuire.
Tutti gli esperti dell’Oms, i membri dei gruppi di consulenza per lo studio e lo sviluppo di linee guida sono tenuti a comunicare i propri interessi al comitato consultivo di lavoro”.
Se l’interesse dichiarato è potenzialmente significativo –conclude la Chan– l’esperto è escluso o viene relegato ad un ruolo limitato.
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Vai all’articolo di Mother Jones
sicurezzaalimentare.it – 1 dicembre 2012