Nel 2023 ci sono stati centinaia di casi di infezioni virali trasmesse da artropodi, alcuni sono endemici, come i 320 casi di West Nile (con 21 decessi) e Usutu virus trasmessi dalla zanzara comune, i 127 casi di Toscana Virus trasmessi dai pappataci e i 48 casi di infezione neuro-invasiva trasmessi dalle zecche. Ma altri sono di origine tropicale come i 347 casi di Dengue, gli 8 casi di Zika Virus e i 7 casi Chikungunya. La maggior parte contratti da viaggiatori provenienti da aree tropicali endemiche. Questi dati confermano che le nuove abitudini di viaggio e gli stili di vita moderni, unite ai cambiamenti climatici, rendono il rischio epidemico un’ipotesi più che concreta. Se ne è parlato durante le tre giornate di studio che si sono svolte presso l’Istituto superiore di sanità per discutere i risultati raggiunti dai 5 nodi di ricerca del Partenariato Esteso PNRR INF-ACT. La sfida da vincere con il progetto INF-ACT, spiega una nota dell’Iss, è fornire i migliori strumenti per rispondere rapidamente alle nuove minacce alla nostra salute, ed essere pronti ad affrontare al meglio anche potenziali nuove epidemie ed emergenze sanitarie con un approccio One Health.
Progetto INF-ACT: coinvolte intera filiera, dalla ricerca ai farmaci
Il progetto INF-ACT è stato pensato per coprire l’intera “filiera” della ricerca in ambito sanitario dedicata alle possibili epidemie emergenti e riunisce 5 aree tematiche, o nodi di ricerca: patologie virali emergenti, artropodi vettori e patologie trasmesse da vettori, antimicrobico resistenza, epidemiologia, sorveglianza e modelli matematici, innovazione e nuove strategie terapeutiche.
1. Patologie virali emergenti: Coordinato dal Prof. Fausto Baldanti e Prof. Sergio Abrignani, questo nodo si concentra su approcci creativi e trasversali per affrontare comportamenti inattesi dei virus. Attraverso modelli predittivi, sono stati anticipati casi come il vaiolo delle scimmie e l’aviaria, dimostrando l’efficacia di un approccio multidisciplinare e trasversale.
2. Artropodi vettori e patologie trasmesse da vettori: Con la leadership della Prof.ssa Alessandra della Torre e altri, questo nodo migliora la comprensione della biologia degli artropodi vettori e dei patogeni da essi trasmessi. L’obiettivo è sviluppare diagnosi, cure e controlli innovativi, creando infrastrutture e database nazionali per facilitare la condivisione di informazioni.
3. Antimicrobico resistenza: Coordinato dalla Prof.ssa Stefania Stefani e Prof. Pierluigi Viale, questo nodo si occupa dell’antimicrobico-resistenza, un rischio grave in caso di pandemia. La condivisione di conoscenze ha portato alla creazione di un database genomico per identificare organismi multiresistenti, sviluppando modelli predittivi e alternative all’uso di antibiotici.
4. Epidemiologia, sorveglianza e modelli matematici: Sotto la guida della Prof.ssa Anna Teresa Palamara e altri, il Nodo 4 crea una rete per integrare dati di sorveglianza epidemiologica, microbiologica, genomica e clinica con un approccio One Health. Questo contribuirà a identificare modelli per individuare precocemente infezioni emergenti e migliorare i sistemi di prevenzione e risposta a emergenze infettive.
5. Innovazione e Nuove Strategie Terapeutiche: Coordinamento scientifico: Prof. Giovanni Maga (CNR, Leader), Prof. Giuseppe Campiani (UNISI). Coinvolgendo reti cliniche, questo nodo completa l’approccio del progetto, partendo dalle scienze omiche fino alla fase diagnostica, preclinica e clinica. L’obiettivo è lo sviluppo di terapie su misura per garantire un utilizzo ottimale degli antibiotici. Ad oggi sono state individuate molecole potenziali antivirali ad ampio spettro molto interessanti che possono aiutarci a contrastare eventuali epidemie di Zika, West Nile e di alcuni coronavirus.
Il progetto INF-ACT si propone di creare una risorsa nazionale che affronta le sfide delle epidemie emergenti in modo completo, integrando competenze e promuovendo la condivisione di dati e conoscenze.
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