«Semmai qualcuno volesse fare seriamente questo discorso sappia che deve passare sul mio corpo». Il governatore del Veneto è lapidario
La provocazione del direttore generale dell’Asl di Treviso Claudio Dario ha colpito duro. Del resto il tema è delicato: i malati terminali costano moltissimo e le risorse sono limitate. «Fino a quando riusciremo a curarli?», si chiede il manager. Probabilmente la sua è più una preoccupazione che l’annuncio di un percorso, ma qualunque fosse l’intenzione non è piaciuta al governatore Luca Zaia. Tocca infatti un tema molto sensibile: l’attenzione al malato. «Semmai qualcuno volesse fare seriamente questo discorso sappia che deve passare sul mio corpo». Il governatore del Veneto è lapidario: essere malato terminale o avere una malattia rara, o comunque avere un problema di salute merita la stessa attenzione – commenta – E mai accetterei di aprire discussioni sui costi delle cure. Gli sprechi a casa mia sono altri, ad esempio, se parliamo di farmaci si deve avere il coraggio di prescrivere i generici e non continuare ad utilizzare medicinali che costano 10-20 volte tanto il generico….. ma questa è un’altra storia».
Il tema sollevato dal direttore generale Claudio Dario è comunque spesso oggetto di dibattito: da una parte le risorse sono sempre meno e quindi diventa imperante collocarle con equità. «Conosco la professionalità del dottor Dario e so quanto impegno ci mette, ma come accade a chi ha ruoli di responsabilità pubblica ci sono anche le giornate degli scivoloni. – aggiunge Zaia – Queste dichiarazioni però non hanno bisogno di essere giustificate o argomentate, semplicemente non vanno fatte».
La posizione ufficiale della Regione è infatti a detta del presidente solo una: «Fino a quando ci saranno il sottoscritto e questa giunta, le priorità sono curare e dare assistenza alle venete e ai veneti. Di fronte ad un malato terminale il nostro impegno aumenta all’ennesima potenza, numeri, conti e altre cose, di fronte alla salute e alla tutela della dignità del malato non ci interessano».
Zaia assicura che la questione del fine vita e delle risorse destinate non è marginale. Anzi, in questo momento rischia di diventare uno dei punti più sensibili. «Ho dato mandato all’assessore Luca Coletto di fare una azione ricognitiva, entro due settimane, rispetto all’esistente e alla futura apertura di hospice nelle more dell’approvazione del Piano socio sanitario che introdurrà nuove regole – aggiunge Zaia – La risposta che mi sento di dare è che alle esigenze risponderemo con i fatti, aprendo nuove strutture».
Ma rimane sul tavolo l’appropriatezza delle cure, dare al paziente quello di cui ha necessità, evitando l’accanimento terapeutico. «Rispetto il costo dei farmaci siamo chiamati a salvare una vita non ha prezzo – precisa Zaia – Altra cosa è fare l’impossibile per alleviare la sofferenza quando la medicina non può più nulla. E’ qui che si misura la civiltà».
Il Gazzettino – 18 maggio 2012