“Denari ai porci”: il peggior investimento dell’ultimo trimestre – e dell’intero anno scorso – è stato quello in maiali. I future sui suini, materia prima per molte delle preparazioni che finiscono sulle tavole di mezzo mondo, hanno registrato un andamento da dimenticare, causando gravi perdite per chi ci aveva scommesso. La ragione è semplice e risponde alla vecchia regola della domanda e dell’offerta: ci sono troppi maiali, quindi il loro prezzo scende.
Secondo quanto ricostruisce Bloomberg citando RaboBank, si prospettano addirittura turni forzati e lavori domenicali nei macelli durante il periodo di novembre e dicembre, per “processare” i capi speditamente e lavorarli in cibo. Se le “scorte” di maiali sono cresciute enormemente, la domanda non ha tenuto il passo.
A regolare la stagnazione è stata soprattutto la Cina, che veniva da un balzo del 100 per cento di carne americana nella prima metà dell’anno, e ha poi chiuso il portafgogli. Anche il Messico, con la svalutazione del peso, ha tagliato gli acquisti e pesa per il 40% del mercato americano. L’agenzia Usa sottolinea che – a questo punto dell’anno – i prezzi all’ingrosso per i canonici tagli del maiale – dal prosciutto alla costina – sono ai minimi dal 2009. Anche gli hedge fund ne hanno preso atto, tagliando drasticamente le loro scommesse sul rialzo della carne.
Le posizioni nette lunghe sui future sul maiale sono infatti scese del 15% nell’ultima settimana di settembre, ai minimi da gennaio. Il future con scadenza a dicembre, venerdì scorso ha toccato 43,975 cent per pound alla Borsa di Chicago, il minimo dal 2009. Il contratto ha perso un terzo del suo valore (-32 per cento) nell’ultimo periodo dell’anno, la peggior performance del Bloomberg Commodity Index, che traccia l’andamento di 22 materie prime. E l”andamento dell’offerta dovrebbe essere ancora al rialzo, se si considera che l’ultima fase dell’anno è quella caratterizzata
da un’accelerazione della produzione: per l’industria Usa dei maiali si prospetta l’anno con la maggior produzione di sempre. A beneficiare di questa situazione sono i consumatori di carne di maiale, con i prezzi al banco che stanno guidando la deflazione del comparto della carne.
Repubblica – 4 ottobre 2016