I contratti della pubblica amministrazione sono bloccati fino al 2014 ma se la riforma della macchina dello Stato messa in cantiere dal governo funzionerà si troveranno le risorse per i rinnovi. Uno spiraglio sulla questione che costringe i dipendenti pubblici a lavorare con un accordo fermo dal 2009, l’ha aperto ieri Marianna Madia.
Intervenendo al convegno inaugurale del Forum Pa, il ministro della funzione Pubblica ha chiarito che nel Def non è previsto alcun blocco dei contratti fino al 2020. «La certezza – ha spiegato Madia – è che i contratti sono congelati fino alla fine dell’anno ma con una riforma fatta bene e velocemente in grado di ridurre le inefficienze i soldi si trovano». L’esponente dell’esecutivo Renzi (contestata al Palazzo dei Congressi da un gruppo di lavoratori aderenti al sindacato di base Usb che reclamavano lo sblocco delle assunzioni nel pubblico impiego) ha indicato nella lotta all’evasione e alla corruzione le priorità di Palazzo Chigi. Porte aperte all’eventualità di trovare un accordo con i sindacati prima del varo della riforma della Pa in programma per il 13 giugno. «Li incontrerò ma non so se ci sarà un’intesa» ha comunque frenato il ministro rivendicando il fatto che gli 80 euro di bonus fiscale «sono stati una prima, seppur piccola, Blocco che tra il 2010 e il 2014, secondo i calcoli della Cgil, è costato agli statali 9 mila euro di potere d’acquisto. Quanto alle polemiche sulla mobilità, Madia ha specificato che «non c’è alcuna proposta per introdurre meccanismi coatti e forzosi» per gli statali. «Vogliamo far funzionare la mobilità volontaria – ha detto il ministro – che consenta alle persone di stare nel posto dove sono valorizzate nel rispetto della retribuzione e del luogo di residenza».
I NUMERI Nei progetti di Palazzo Vidoni, gli spostamenti dei lavoratori verranno realizzati «in un arco chilometrico che consenta di poter svolgere la propria vita privata». Il turn over generazionale negli organici sarà in ogni caso uno dei punti centrali del cambiamento immaginato dal governo. «Dobbiamo decidere che non si può rimanere a lavorare oltre l’età della pensione nella Pubblica amministrazione» ha affermato chiaramente Madia. II ministro ha reso noto che circa 10-13 mila persone, da qui al 2018, dovrebbero rimanere nella P.A. oltre l’età della pensione. Una situazione giudicata inaccettabile in quanto impedisce a migliaia di giovani che hanno già vinto un concorso pubblico di entrare nei ranghi della Pa. «Quello che cerchiamo è la collaborazione tra generazioni – ha auspicato il ministro – e non si tratta di uscite traumatiche ma chiediamo generosità». Una richiesta di collaborazione indirizzata ai lavoratori che stanno inviando suggerimenti via web. «Avremo l’onestà di cambiare idea di fronte a proposte ragionevoli e giuste: facciamo insieme la riforma» ha concluso il ministro di fronte alla platea del Forum Pa.
Michele Di Branco – Il Messaggero – 28 maggio 2014