Contrarietà bipartisan dai parlamentari locali al divieto di macellazione casalinga imposto dal servizio veterinario dell’Ulss 4. “Un provvedimento che lascia perplessi – dichiara Federico Ginato del Partito democratico perché si crea un’assurda differenza tra Comuni limitrofi e perché il provvedimento viene giustificato con il ricorso addirittura ad un decreto regio del 1928, quando invece i tempi sono un po’ cambiati”
Spiega Ginato: “Ma anche perché è emanazione di quelle Ulss i cui dirigenti sono scelti dal presidente Zaia dal quale ci saremmo aspettati maggiore attenzione sul tema. Ancor più visti i suoi trascorsi da Ministro dell’Agricoltura. Questo è un colpo ad uno dei prodotti locali che valorizza il nostro territorio ed è anche simbolo di una identità alla quale la Lega sembra essere legata solo a parole. Sicuramente è un danno per i produttori dei Comuni dell’Ulss 4, costretti a scollinare a Recoaro o a rivolgersi a pagamento ai macelli autorizzati. Ma direi anche una beffa visto che il provvedimento arriva da chi dicevaparoni a casa nostra. Evidentemente, non di macellare”.
Sulla vicenda è intervenuta anche Erika Stefani, senatrice vicentina della Lega Nord. “Sorprende l’apprendere l’applicazione di una norma risalente a poco dopo la prima guerra mondiale. La macellazione in casa del maiale è un momento di socializzazione e di tradizione importante all’interno delle famiglie e delle comunità vicentine ed andrebbe ben difeso. In questo modo rischiamo di perdere i nostri costumi, le nostre usanze e le nostre tradizioni. In tutte le famiglie del nostro tessuto sociale c’è la tradizione della macellazione del maiale, tradizione che comunque è motivo di sana aggregazione e di identità”. “La norma richiamata per imporre tale divieto è frutto di condizioni sociali e di igiene ben diversa da oggi. I progressi in campo veterinario e la peculiarità dei controlli sui capi di bestiame, anche per quelli detenuti a domicilio, rendono di fatto sicura la macellazione in casa infatti non risultano decessi o malattie per il consumo degli insaccati fatti nelle nostre case. Questa pratica non mette sicuramente a repentaglio l’igiene e la salute pubblica. Questo divieto non aiuta le nostre le famiglie, ammazza una bella tradizione popolare e – conclude Stefani – ci fa sentire più poveri”.
Macellazione dei suini in casa, Toniolo (Ncd): un errore vietarla
“Ritengo sia un grave errore vietare la macellazione tradizionale del maiale: la cultura locale e le tradizioni vanno rispettate, e ancor di più se portano un beneficio turistico ed economico”. Lo afferma il consigliere regionale e coordinatore provinciale del NCD, Costantino Toniolo, contrario alla decisione dell’Ulss 4 dell’Altovicentino, che ha vietato la macellazione fatta in casa del maiale per ragioni sanitarie. “Come tutti sanno nell’Altovicentino vi sono località che basano la loro festa tradizionale sugli insaccati fatti in casa secondo tradizione – spiega Toniolo – Un esempio emblematico è la sagra della Soppressa di Valli del Pasubio, un evento che da una parte perpetua la lunga tradizione del salume tipico della nostra terra e dall’altra funge da richiamo turistico e da volano economico locale. Mi sembra che la decisione dell’ULSS 4 sia dovuta ad un eccesso di zelo in materia sanitaria e di sicurezza alimentare – prosegue l’esponente del NCD – anche perché i capi che vengono macellati sono controllati e muniti di certificati veterinari. Inoltre vi sono una serie di norme e controlli che garantiscono il prodotto finale”. Toniolo si dice convinto che debba essere appoggiata la campagna “pro soppressa fatta in casa”, che vede impegnato in prima persona il sindaco di Valli del Pasubio Armando Cunegato. “Speriamo che i dirigenti dell’Ulss dell’Altovicentino capiscano la situazione e ritornino sui loro passi. – conclude Toniolo – Mi attiverò in Regione per capire come sia stato possibile prendere una decisione del genere, non uniforme rispetto alle altre Ulss e così impopolare e scollegata dalla realtà culturale locale”.
Il Giornale di Vicenza – 14 novembre 2014